Sanità, nuovo accordo con i medici di base. Nicolò: "Più presenza sul territorio e incentivi per le aree interne"

di Carlotta Nicoletti

Dopo 18 anni è stato rinnovato l’Accordo Integrativo Regionale con i Medici di Medicina Generale, che dà piena attuazione al Ruolo Unico di Assistenza Primaria (RUAP). L’intesa, frutto del confronto tra Regione Liguria e le organizzazioni sindacali di categoria (FIMMG, SMI, SNAMI), aggiorna il precedente accordo del 2006 e si inserisce nel percorso di implementazione del nuovo modello di assistenza territoriale, con l’obiettivo di rendere il Servizio Sanitario Regionale sempre più vicino ai cittadini e ai loro bisogni.

Con il nuovo accordo, Regione Liguria prevede un investimento economico aggiuntivo di circa 9,7 milioni di euro, destinato a potenziare l’assistenza territoriale attraverso azioni innovative nei livelli assistenziali della medicina generale, disciplinando anche le attività del medico del ruolo unico nelle Case della Comunità e rafforzando l’integrazione con l’insieme dei servizi sanitari territoriali. Particolare attenzione va alla zone disagiate, con un incremento del compenso aggiuntivo per assistito che passa da 4 euro a 8 euro e con un incremento della quota forfettaria annuale che passa da 4 mila 200 euro a 7 mila euro, mentre per le zone disagiatissime l’incremento passa da 5 euro a 8 euro per assistito, oltre a una quota forfettaria annua che va da 6 mila a 10 mila euro. Per chi lavorerà nelle case della comunità Hub e Spoke ci sarà invece un compenso orario aggiuntivo di 2,13 euro a fronte della partecipazione a progetti. Secondo il nuovo accordo il medico che opera all’interno dell’aggregazione funzionale territoriale percepirà un’indennità di AFT legata al raggiungimento di obiettivi, tra i quali screening oncologici.

L’accordo disciplina l’attività dei medici di medicina generale nella loro nuova funzione all’interno delle Case della Comunità, prevedendo un impegno orario di 38 ore settimanali nelle strutture diffuse su tutto il territorio ligure. «È un’evoluzione coerente con il contratto collettivo nazionale – ha spiegato l’assessore – e consente di rafforzare concretamente la sanità di prossimità».

Tra i punti qualificanti dell’intesa anche l’aumento delle risorse economiche, in particolare per incentivare la presenza dei medici nelle aree interne e più disagiate. «Abbiamo completamente rivisto i compensi – ha sottolineato – raddoppiando mediamente sia la quota pro capite sia quella forfettaria per chi opera nei territori più difficili. È una scelta voluta per garantire assistenza anche a chi non vive lungo la costa».

Le Case della Comunità, ha ricordato l’assessore, funzioneranno a pieno regime: quelle hub saranno operative 24 ore su 24, mentre spoke e strutture territoriali garantiranno l’apertura per almeno 12 ore. I medici non lavoreranno da soli, ma affiancati da infermieri di famiglia e di comunità, personale amministrativo e strumentazioni per esami di prima istanza: dagli esami del sangue alle ecografie, dalle spirometrie ai test rapidi. «Un’offerta sanitaria di valore – ha aggiunto – pensata anche per ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso».

Un altro elemento chiave è l’accesso diretto: nelle Case della Comunità i cittadini potranno presentarsi senza prenotazione. «Per il cittadino cambia molto – ha spiegato l’assessore – perché non dovrà più attendere giorni per un appuntamento o rivolgersi al pronto soccorso per mancanza di alternative. In caso di bisogno potrà trovare una risposta immediata sul territorio».

Secondo la Regione, il nuovo modello contribuirà anche ad affrontare il tema delle liste d’attesa. «Più che ridurle – ha chiarito – l’obiettivo è dare risposte tempestive ai problemi, piccoli o grandi che siano».

Resta il nodo della carenza di medici di medicina generale, soprattutto nelle aree interne. Una criticità riconosciuta, ma che l’assessore collega anche alla scarsa attrattività del ruolo negli ultimi anni. «Un accordo integrativo fermo da 18 anni non aiutava – ha detto –. Questo rinnovo può diventare un incentivo importante e mi aspetto già dal prossimo anno un aumento delle iscrizioni al corso di medicina generale».

Sul fronte delle strutture, la Regione conferma il rispetto del cronoprogramma PNRR: entro marzo 2026 saranno completate le 36 Case della Comunità previste, mentre gli 11 Ospedali di Comunità saranno pronti entro l’estate dello stesso anno. «Sono tasselli fondamentali – ha concluso l’assessore – per garantire continuità tra ospedale e territorio e una copertura più equa dell’assistenza sanitaria in tutta la Liguria».

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