Sanità, 1° convegno a Rapallo. Il ministro Zangrillo: "Il 12 giugno sarò in Liguria per incontrare le istituzioni e le categorie"

di Maurizio Michieli

18 min, 28 sec

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci: "740 milioni da investire sul territorio regionale"

Sanità, 1° convegno a Rapallo. Il ministro Zangrillo: "Il 12 giugno sarò in Liguria per incontrare le istituzioni e le categorie"

Si è svolto, nella prestigiosa sede dell’Excelsior Palace Hotel di Rapallo, la prima edizione del Convegno “SANITA’ IN LIGURIA: SINERGIE VINCENTI PER UNA REGIONE ALL’AVANGUARDIA NELLA RICERCA E NELLA DIGITALIZZAZIONE”. Promotori di questa iniziativa sono stati la Fondazione Pallavicino Ets insieme a Massimiliano Monti, editore della guida sanitaria regionale SaluteSanità con il patrocinio di Regione Liguria.

Moderatore il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, insieme con il direttore di Telenord, Giampiero Timossi. Si è trattato di un appuntamento importante per la sanità pubblica e privata in Liguria, che ha avuto l'opportunità di confrontarsi, su tematiche e contenuti strategici, con il Ministro della Salute Orazio Schillaci e il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.

Dopo i saluti del sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, di quello di Genova Marco Bucci e del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, ha preso la parola in collegamento da Roma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, affiancato dal parlamentare ligure Matteo Rosso. "Ricerca e digitalizzazione sono parole chiave per avere una sanità migliore nel terzo millennio. La ricerca ha compiuto passi avanti formidabili, se ne è compresa l'importanza durante la pandemia. Investire in ricerca è strategico, in ottica assistenza personalizzata e sostenibile per superare le diseguaglianze nell'erogazione dei servizi. Dobbiamo muoverci verso una medicina proattiva e non solo reattiva. Le tematiche del convegno di oggi affrontano il futuro. Nell’ambito del programma di investimenti per l’edilizia sanitaria - ha proseguito Schillaci - le risorse destinate alla Regione Liguria, con la sottoscrizione di Accordi di Programma, ammontano complessivamente a oltre 740 milioni, di cui circa 470 milioni relativi agli accordi sottoscritti fino al 2023; altri 240 milioni programmati con la delibera del settembre 2022. I nuovi ospedali serviranno per rafforzare i presidi sul territorio ligure, finanziati con piani di investimento immobiliare di alta utilità sociale. Attendiamo la documentazione regionale. Stiamo lavorando sul nuovo piano socio sanitario per la medicina territoriale, l'istruttoria è in corso poi ci saranno i confronti con le regioni. Medici a gettone, carenze infermieri: abbiamo investito in totale 8,5 miliardi e mezzo di euro, 3,5 subito. C'è un cambio di passo, anche grazie ai fondi del Pnrr. Nel decennio prepandemico c'era stato un decremento degli investimenti in sanità. Abbiamo migliorato, come primi atti del Governo, le retribuzioni del personale sanitario e la sua sicurezza, in particolare settore nel settore di emergenza urgenza. E' un primo passo. Abbiamo previsto un maggiore coinvolgimento degli specializzandi, abolito il vincolo dell'esclusività per gli operatori sanitari. Abbiamo dato una stretta al fenomeno dei gettonisti, varando misure per rendere più attrattivo il lavoro nel pubblico, incoraggiando i giovani. E poi la ricetta dematerializzata, valida sino a 12 mesi per quanto riguarda quelle dei pazienti cronici, sollevando i medici di medicina generale da gravosi impegni burocratici. Si tratta di un percorso virtuoso appena iniziato, serve il contributo delle regioni come quello che sta arrivando dalla Liguria. Il traguardo di una sanità moderna e accessibile può essere raggiunto, lavorando in sinergia".

Sulla digitalizzazione e sul fascicolo sanitario, il Ministro Schillaci ha aggiunto: "Abbiamo fatto una riunione martedì con il il ministro Fitto, un altro è previsto mercoledì. E' un argomento su cui puntiamo molto, fondamentale per rendere più moderna la sanità. C'è da superare il problema privacy del fascicolo sanitario ma ci stiamo lavorando e arriveremo all'obiettivo che ci prefiggiamo".

Onofrio Mastrandea, componente del gruppo strategico ricerca di Farmindustria, sollecitato dal professor Matteo Bassetti sullo sviluppo della ricerca nel campo degli antibiotici contro i batteri resistenti ("se non si interviene, in futuro potranno esserci 10 milioni di morti nel mondo a causa delle infezioni, più del covid"), ha confermato la volontà del comparto di continuare a investire su questo fronte "senza ovviamente trascurare la ricerca oncologica".

Il presidente dell'Ordine dei Medici della Liguria, Alessandro Bonsignore, ha messo l'accento sulle "carenze di personale e sulla necessità di garantire maggiore sicurezza e tutela ai lavoratori del settore sanitario. E la centralità della sanità deve essere chiara a tutti, forse la pandemia non è bastata a insegnarcelo. Io paragono questo momento di riforme a quello del 1978 con la nascita del servizio sanitario nazionale. Il processo di digitalizzazione va governato per non spersonalizzare il rapporto tra medico e paziente".

L'ingegner Enrico Castanini, amministratore unico di Liguria Digitale, ha parlato tra i vari argomenti anche dell'intelligenza artificiale: "Siamo indietro nel pensare che potrà sostituire quella umana, che resta fondamentale. Penso alla cosiddetta tele visita: concordo con quanto detto da Bonsignore: è una parola terribile ma abbiamo dovuto inserirla per ottenere dal Ministero i fondi del Pnrr. Ma la strategia digitale deve essere al servizio dei professionisti, per questo è fondamentale la partecipazione dei vertici. C'è stata una svolta con il covid, quando è nato un rapporto, un dialogo diretto tra chi produce il digitale e chi governa i sistemi, avendo la necessità di usufruire sul campo di strumenti veloci e pratici".

L'assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola, ha parlato del piano socio sanitario inviato da Regione Ligure al Ministero della Salute e in fase di valutazione e approvazione. "E' un piano che considera i tempi dal 2023 al 2025 e nasce dopo il grande periodo pandemico. C'è una crisi di vocazione nei giovani, oltre a un problema di remunerazioni: spetta a noi e al Governo trovare le soluzioni. In Liguria l'Asl più in difficoltà è la numero 1 imperiese, perché è vicina alla Francia che offre a tutti gli operatori contratti più appetibili. Quindi, abbiamo proposto un emendamento e una serie di elementi per venire incontro a questa situazione. Il nostro piano è prima di tutto territoriale e i finanziamenti del Pnrr consentono di creare case di comunità con attrezzature e servizi per alleviare il peso sugli ospedali, rigenerando così la medicina di prossimità. Ma esistono anche ospedali di comunità con una ventina di posti letto e hanno la funzione di filtro per pazienti non così gravi da dover essere ricoverati ma comunque necessitanti di assistenza, specie a causa dell'età elevata e delle fragilità. Sono strutture a bassa e media intensità. Ma possono servire anche al contrario, come transito tra l'ospedale e il domicilio per stabilizzare il paziente. Ci sono poi le centrali operative territoriali per facilitare i cittadini a entrare all'interno del sistema sanitario: 116 e 117 per i bisogni non di assoluta urgenza. Questo è quanto avverrà grazie a questo piano e ai detrattori dico che noi non possiamo fermarci perché esiste la grana della carenza di personale. Il secondo pilastro del piano regionale è l'applicazione del decreto Balduzzi, ovvero il manuale di funzionamento delle Asl e delle ospedali. Per quanto riguarda i punti nascita, bisogna puntare ai mille nati per ogni punto nascita per garantire la massima assistenza a mamme e bambini".

Antonio Uccelli, direttore scientifico dell'Istituto Ricovero e Cura a carattere scientifico dell'ospedale Policlinico San Martino, ha affrontato tra l'altro il tema del futuro della ricerca nel nosocomio genovese: "Non solo oncologia e neuroscienze, il nostro Istituto sarà riconosciuto per i livelli di eccellenza anche in altre aree tematiche, come malattie infettive e cardiovascolari. Per quanto riguarda la medicina computazionale, si tratta di quel tipo di medicina che si basa sull'acquisizione di dati multimodali relativi al paziente per consentire, attraverso gli algoritmi dell'intelligenza artificiale, di curarlo in maniera pianificata. Medicina di precisione, personalizzata, preventiva e partecipativa: sono le quattro p che segneranno il futuro. La medicina robotica è altrettanto importante e noi siamo all'avanguardia".

In collegamento dalla Corea è intervenuto Angelo Ravelli, direttore scientifico dell'Irccs Giannina Gaslini di Genova, che ha spiegato: "Anche il Gaslini come il San Martino è un ospedale di ricerca oltre che di assistenza. Abbiamo l'incarico di coordinare tutta la pediatria ligure. Già il fondatore aveva intuito quanto fosse importante abbinare la ricerca alla cura. Il nostro vantaggio è possedere competenze molto elevate su numerose patologie del bambino, avere strumenti diagnostici di qualità, interagire con altri Istituti. L'obiettivo è trasferire al malatto gli obiettivi della ricerca in laboratorio. I punti di forza del Gaslini sono la ricerca genetica, immunoreumatologia, ematologica, oncologica e neuroscientifica. E' molto cresciuta, negli ultimi due anni, la qualità media delle pubblicazioni scientifiche internazionali del nostro Istituto, che ha una cinquantina di ricercatori top e 67 progetti attivi".   

Hanno partecipano al convegno anche le associazioni delle diverse categorie professionali impegnate nel comparto sanitario e le aziende private Cds (Casa della Salute), Gvm (Gruppo Villa Maria), Villa MontallegroCoop serviceCoop Liguria e Unisalute.

Marco Fertonani, amministratore delegato di Casa della Salute: "Il tema pubblico/privato è ideologico e va superato. Contano costi, tempi ed efficienza del servizio. Noi compiamo dieci anni, abbiamo 15 sedi in Liguria e 2 in Piemonte, ne avremo rispettivamente altri 7 e 5, oltre a 2 in futuro anche in Sardegna. L'obiettivo è consolidare un rapporto sinergico tra pubblico e privato. Il privato non va demonizzato. Gli ospedali pubblici devono occuparsi di priorità diverse, delle eccellenze, del pronto soccorso etc. Il passo della sinergia va fatto con calma, comunicando nella maniera corretta, per arrivare ad una privatizzazione solo per certi settori".

Roberto Pittalis, presidente Coop Liguria: "Fare rete è nel dna della nostra cooperativa, che punta a garantire la salute dei consumatori e dei cittadini. Lo facciamo tutelando la salute alimentare e apllicando la cultura dell'alimentazione, andando nelle scuole a insegnarla. Collaboriamo con associazioni, ci occupiamo delle allergie alimentari proprio per accrescere la conoscenza sul tema. Controlliamo direttamente le filiere alimentari per evitare forniture da quei Paesi che impiegano gli antibiotici sugli animali: 10 milioni di controlli e analisi sul controllo del prodotto. E durante il covid abbiamo realizzato due centri tampone per la comunità e attivitato le vaccinazioni nel nostri punti vendita. Per non parlare degli screening per i nostri soci. Un'attività a tutto tondo".

Francesco Berti Riboli, ad di Villa Montallegro e presidente della sezione sanità di Confindustria Genova: "Il tema è la programmazione delle risorse umane, in crisi di vocazione nel comparto sanitario. E poi la loro organizzazione. Ho letto che riapre il Ps di Villa Scassi ma anche che mancano dodici medici. Questo mi preoccupa. Parlo da cittadino, la nostra salute è a rischio. Pronto soccorso, anestesia e rianimazione saranno sempre a carico del pubblico. Ma gli operatori di questo settore vanno trattati bene. E' un tema su cui spendere tempo e lavorare. Per quanto riguarda la sanità integrativa o intermediata, ritengo che la regia debba essere sempre pubblica ma l'erogazione può essere privata se il finanziamento deriva dal sistema sanitario nazionale"

Pierantonio Guiglia, marketing strategico e sales support Coopservice: "La digitalizzazione nella fornitura di servizi è fondamentale. Sposo quanto detto dal professor Bassetti, per costruire un modello applicabile serve che aziende pubbliche e private collaborino. Il sistema sanitario nazionale si sta trasformando, nel 2026 sarà diverso da oggi: più decentralizzato, anche nell'impatto della logistica. Più frammentato. Ecco perché servirà questo dialogo".

Il convegno è proseguito con l'intervento del ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo: "Il Pnrr è come un treno ad alta velocità, su cui è cruciale salire. Grazie a Telenord per l'invito a questo momento di confronto, che connette temi di grande importanza: ricerca e digitalizzazione. Mi sarebbe piaciuto essere nella "mia" Liguria ma partecipo volentieri da remoto. Come un treno ad alta velocità, tempi contenuti e fermate definite: ecco il Pnrr, l'unico mezzo che ci consente di guardare al futuro con fiducia per uno sviluppo sostenibile. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile. Ho in mente la necessità che abbiamo di cambiare paradigma: la velocità ci costringe ad agire in modalità diverse dal passato, 2021-2026. In Italia normalmente ci vogliono dieci anni per un'opera da dieci milioni, la metà del tempo si spende in burocrazia. Ecco perché serve cambio di passo anche da parte della PA, macchina fondamentale per il Pnrr. Parlo dell'amministrazione centrale ma anche di quelle territoriali, che poi sono gli enti attuatori. Il Piano nella Pubblica Amministrazione vale 1,2 miliardi di euro. Ma è ancora più importante perché l'Europa ha stanziato per l'ammodernamento della PA italiana in percentuale la maggior parte delle risorse. I temi sono: accesso, semplificazione e capitale umano. L'accesso per essere garantito ha bisogno di risorse umane, la PA ha perso 320 mila persone e l'età media dei dipendenti è passata da 43 a 50 anni. Serve un grande piano di inserimento, che è già partito. Abbiamo ammodernato i sistemi di reclutamento. Non servirà più la Gazzetta Ufficiale per accedere, ma ci sono il portale e ci sarà la App per iscriversi ai concorsi della Pubblica Amministrazione attraverso lo smartphone. L'obiettivo ambizioso è inserire circa 320 mila persone in due anni, buona parte negli enti territoriali. Poiché per dettame europeo i contratti sono a tempo determinato, abbiamo previsto la possibilità di stabilizzare le persone che abbiano maturato almeno 36 mesi di lavoro nella Pubblica Amministrazione: è un grosso incentivo. Stiamo lavorando anche su una figura fondamentale che è il segretario comunale dei Comuni, di cui c'è carenza. Ci stiamo muovendo per aiutare i Comuni più piccoli a dotarsene, senza un aggravio di costi. L'altro tema è quello della formazione, che si sposa con quello della digitalizzazione: bisogna attrezzarsi con le nuove competenze. Non è più un'opzione ma una necessità. Dobbiamo digitalizzare i nostri processi e lo stiamo facendo, qualche settimana fa abbiamo avviato un portale che gestisce la formazione dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Sinora avevano a disposizione un giorno all'anno dedicato alla formazione. Noi dobbiamo anche rendere la nostra organizzazione sempre più attrattiva per i giovani: solo il 10% ha meno di 35 anni. Stamane ero alla Sapienza e raccontavo agli studenti cos'è la Pubblica Amministrazione per avvicinarli alla nostra organizzazione. La vecchia narrazione del posto fisso nella PA ci condannerebbe a un ruolo di serie B: i giovani chiedono sì stabilità ma anche altro, risposte più complete rispetto al semplice posto fisso. Formazione, crescita, responsabilità, valutazione del merito delle persone. Senso di appartenenza e orgoglio sono importanti anche nella Pubblica Amministrazione. Vogliamo creare anche percorsi contributi con meccanismi di premialità, al di là del minimo tabellare. Non sto facendo un racconto teorico ma quanto dico lo stiamo mettendo a terra. Non farò la riforma Zangrillo della PA ma vorrei essere ricordato perché sono riuscito a fare accadere qualcosa dei temi che stiamo aggredendo: far parlare i fatti. Altro tema del Pnrr nella PA è la semplificazione amministrativa: sono 600 le procedure da semplificare entro il 2026. Un primo pacchetto di 70 semplificazioni è già arrivato al Consiglio dei Ministri. Anticipiamo le prime 200 procedure amministrative da semplificare entro il 2024 al 2023, in contatto con le parti sociali".

Zangrillo ha parlato anche della Liguria come regione all'avanguardia"L'iniziativa Facciamo semplice l'Italia consiste nell'incontrare gli enti territoriali, il 12 giugno saremo a Genova per incontrare il presidente Toti, il sindaco Bucci, le categorie e i sindacati. La Liguria, di cui sono "figlio", ha grandi prospettive. Intanto, perché ha il porto. Poi vanta eccellenze industriali ed enogastronomiche, un turismo fortissimo, talenti naturali e negli ultimi anni ha avuto una gestione brillante che ha saputo valorizzare tutto ciò. Siamo a disposizione per collaborare".

A prendere poi la parola Francesco Turrin, segretario generale di Federfarma Liguria: "Grazie alla collaborazione sia con la parte pubblica che con Liguria Digitale, è stato messo a disposizione dei cittadini uno strumento che abbiamo potuto utilizzare fin da subito per raggiungere numeri importanti: le farmacie in Liguria sono 600, in 175 di queste è stata effettuata la vaccinazione: sono 365mila le dosi inoculate nelle farmacie nel 2022. E ancora adesso alcune farmacie danno l'opportunità di effettuare le vaccinazioni."

Sul palco il direttore generale di Alisa, Filippo Ansaldi: "E' importante sapere che il Pnrr è un provvedimento una tantum, non è spesa corrente ma un'erogazione a scadenza. Per questo è importante non creare scatole vuote. Il gestore del piano sul territorio è la Regione, Alisa ha un ruolo di consulenza e supporto tecnico. La prima sfida da rispettare è il cronoprogramma, serrato. Poi le nuove figure e la flessibilità e l'integrazione dei sistemi operativi, digitali ma anche di organizzazione. La ricetta che funziona in Valtrebbia non vale per il centro di Genova. Il ruolo dei medici di medicina generale, che va chiarito se no resta un nodo insolubile. Servono 500 infermieri, 300 operatori socio sanitari: dobbiamo avere ben chiaro cosa ci possiamo permettere, perché il Pnrr non è uno strumento di lungo periodo. La vera sfida è curare i cittadini a casa, specie gli over 65 che rappresentano il 6% del totale ma assorbono il 60% degli infermieri".

Luigi Carlo Bottaro, direttore generale Asl 3: "L'obiettivo è inserire la prevenzione in un livello colloquiale con i cittadini, grazie a Liguria Digitale. Condividere con il cittadino. Ma sono preoccupato perché la coperta è corta. I fondi del Pnrr sono una tantum. Abbiamo un organico in grado di programmare, gestire un bilancio, interfacciarsi con gli ospedali? E' un percorso che dobbiamo costruire. Sono fiducioso per il 2026, ma oggi? Cosa dico al cittadino, di non ammalarsi sino al 2026? Non è una contestazione ma un dato di fatto. La Sanità territoriale deve reinventarsi".

Marco Damonte Prioli, direttore generale del Policlinico San Martino: "Stiamo lavorando alla nuova convenzione tra Regione e Università, che permetterà di rendere operativa la diffusione delle competenze allevate nel nostro ospedale su tutta la rete di Regione Liguria. E' una sfida per noi e per l'Università".

Renato Botti, direttore generale ospedale Gaslini: "Sanità a distanza a supporto delle reti e del Gaslini diffuso è un progetto molto interessante, per quanto ancora acerbo. E risente del fatto che le risorse del Pnrr per questa tipologia di cura sono previste solo per gli over 65 e non tengono conto delle patologie dell'età evolutiva, sebbene si parli di next generation. L'obiettivo è comunque quello di avere uno smart Hospital nel 2026, anche grazie al supporto della Regione. Il costo aggiuntivo è di 1,3 milioni, perché anche la digitalizzazione ha un costo. Ogni nostro reparto ha comunque un referente specifico per la telemedicina. Siamo arrivati a 1.700 visite di telemedicina secondo i protocolli regionali".

Michele Orlando, Commissario straordinario Asl 2: "La programmazione è l'ambito in cui dobbiamo lavorare per ottimizzare le poche risorse disponibili. La conformità del territorio che non rende sempre agevole la digitalizzazione, il turismo costante e l'età avanzata dei cittadini sono gli elementi previsti per il nostro territorio nel piano sanitario regionale. Gaslini diffuso e San Martino diffuso sono i progetti più innovativi all'interno del piano".

Francesco Quaglia, Direttore generale Ospedali Galliera: "Il tema del personale è stato adombrato nell'arco di tutta la giornata. Sono più di vent'anni che ci si occupa di questo argomento a livello nazionale, incidendo negativamente sulla tenuta del sistema sanitario con blocco delle assunzioni, delle retribuzioni, degli incarichi. La possibilità di rinnovamento del personale è stata molto ridotta. Così come quella della formazione, che dipende esclusivamente dalla capacità formativa dell'Università che a sua volta dipende dalle risorse disponibili. Così si sono perse per strada almeno 25.000 persone occupate nella sanità delle oltre 300 mila dell'intera pubblica amministrazione. L'obiezione è che siamo ai livelli del 2012, quando sono usciti gli effetti devastanti di quelle manovre: è vero che c'è stato un incremento di unità, ma tantissime sono a tempo determinate e con poche possibilità di essere stabilizzate. E la valutazione non va fatto sullo storico ma sulle esigenze, sul fabbisogno selettivo. Ci mancano infermieri, anestesisti, oculisti, pediatri, medici di pronto soccorso".

Luca Stucchi, direttore generale di Asl 1, ha parlato della sinergia tra pubblico e privato, sottolineando "come i privati vadano interpretati in qualità di partner che non devono sostituire la titolarità del servizio, che deve restare in mano pubblica. Il privato può contribuire alla progettualità, alla copertura dei turni. Stucchi ha citato l'esempio di Bordighera, un modello di collaborazione che potrà essere esportato in altri territori".

Paolo Cavagnaro, direttore generale Asl 5 ha portato il suo contributo sulle case di comunità e le centrali territoriali, una delle sfide principali del cosiddetto DM 77.

Paolo Petralia, direttore generale Asl 4, ha parlato della digitalizzazione in sanità e l'innovazione gestionale: "Un tema di stretta attualità per un sistema di modello organizzativo sempre più avanzato, sia per gli operatori che per i cittadini. L'accelerazione che c'è stata è un'occasione di crescita, di sviluppo anche culturale per crescere insieme verso modelli più avanzati. La nostra Asl 4 chiavarese sta facendo uno sforzo di sistema, restando collegata con tutti gli attori in gioco attraverso il progetto Tigullio luogo di salute".

Il convegno ha prodotto una giornata ricca di contenuti, con sessioni dedicate al confronto sui principali temi che coinvolgono la sanità pubblica, il sistema sanitario nazionale e le aziende interessate. Al centro degli approfondimenti, in particolare, le soluzioni utilizzate per il sistema sanitario regionale quale esempio di gestione ed organizzazione della salute attraverso la digitalizzazione e l'agevole consultazione dei referti da parte del paziente, l’apertura di quattro nuovi ospedali con tecnologie all’avanguardia, la ricerca su patologie che riguardano i bambini e gli anziani.

L’obiettivo del convegno è stato di sensibilizzare il sistema nazionale, dimostrando che l’organizzazione sanitaria nelle piccole regioni è un esempio di modernità, ricerca e propensione alla cura del paziente per l’erogazione di un servizio più facilmente fruibile ed efficace. "Era un appuntamento per noi molto importante, abbiamo lavorato questi due mesi per coordinare le agende delle diverse personalità intervenute e siamo stati premiati. Ringrazio i partecipanti e gli spettatori, che confidiamo di avere aiutato a capire in quale direzione sta andando la sanità in Liguria", ha dichiarato l'editore di Telenord, Massimiliano Monti.

Il convegno è stato trasmesso in diretta esclusiva da Telenord sul canale 11 del digitale terrestre della Liguria e in streaming su telenord.it, sulle piattaforme social e sul sito di Telenord.