Sampdoria: respinto il ricorso di Ferrero, emergono altre accuse di distrazione per decine di milioni dei prestiti Covid
di Stefano Rissetto
Sfuma il tentativo di Viperetta di bloccare il passaggio di proprietà della società blucerchiata, mentre si chiarisce il quadro degli addebiti nell'inchiesta di fiamme gialle e procura di Genova
Respinto il ricorso di Massimo Ferrero contro gli aumenti di capitale della Sampdoria. La decisione del giudice civile del tribunale di Genova Paolo Gibelli è stata emessa in mattinata. Il Viperetta dovrà pagare le spese processuali.
L'ex proprietario della Sampdoria aveva presentato un ricorso d'urgenza, strumento previsto dall'art. 700 del codice di procedura civile, per inibire nuovi aumenti di capitale, destinati a diluire il peso della sua quota nell'azionariato, oggi al 49,5%. Di fatto l'accoglimento del ricorso sarebbe stato un macigno sulla strada di Radrizzani e Manfredi, soci di maggioranza dopo la sottoscrizione del prestito obbligazionario avallato dalla proprietà il 30 maggio e attuato prima dell'assemblea del 16 giugno. Nella decisione, il giudice Gibelli ordina a Ferrero di pagare le spese processuali.
"Il ricorso non risulta fondato - scrive il giudice - per difetto di “fumus” e di “periculum” e ancora non accoglibile per l’effetto dannoso per la società dell’accoglimento in misura del tutto sproporzionata alla tutela del ricorrente”.
Quanto alla contestazione sulla validità del passaggio di proprietà, “La cessione non appare quindi invalida ove invalida al più potrebbe essere annullabile per un dato del tutto interno a Ssh, ovvero il dissidio dei soci. Si tratta di dato che non vi è alcuna prova che né la Sampdoria né Blucerchiati potessero apprezzare. Come detto se la cessione della prelazione è valida non vi è alcun fumus bonis iuris”.
Nella sua decisione il giudice evidenzia chiaramente come un eventuale accoglimento del ricorso, presentato dall'avvocato Pieremilio Sammarco, legale di Ferrero, avrebbe avuto conseguenze assolutamente negative per il club ligure impedendo ai nuovi proprietari, Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi, di poter procedere all'aumento di capitale: passaggio fondamentale per avere dal tribunale il via libera per il piano di ristrutturazione del debito che era stato elaborato dai due manager. Adesso Ferrero ha 15 giorni di tempo per presentare un ulteriore ricorso.
Dalla Sampdoria filtra soddisfazione "per un grande successo della nuova proprietà e dei suoi legali". E ora Radrizzani e Manfredi, che nel pomeriggio saranno impegnati nell'assemblea degli azionisti, con la nomina nel CdA di due uomini di fiducia che affiancheranno Marco Lanna e Alberto Bosco, potranno procedere all'aumento di capitale come previsto dal piano di ristrutturazione che prevede anche accordi con i creditori.
La decisione sul ricorso ex art. 700 cpc arriva nel giorno in cui altre pesanti accuse di cattiva gestione emergono a carico del Viperetta, che avrebbe ottenuto indebitamente fondi pubblici per la Sampdoria e li avrebbe fatti sparire in alcune delle sue numerose scatole cinesi.
Tutto parte, come riferisce Il Fatto Quotidiano, dall’emergenza Covid, quando il governo Conte II concede agevolazioni alle aziende con garanzia pubblica. L'aiuto dovrebbe riguardare solo le società sane, la Sampdoria non lo è ma lo sembra grazie alle plusvalenze di cui si occupa appunto la Procura di Genova.
Ferrero così attinge a piene mani dai soldi con garanzia pubblica: 5 milioni dal fondo di garanzia piccole e medie imprese. 17 da Banca Sistema, 40 milioni dalla Macquarie Bank International Limited. Gran parte di quel fiume di denaro non rimane alla Sampdoria ma confluisce nelle società cinematografiche del Viperetta, che peraltro sono in fallimento. "Il 26 novembre 25 milioni vengono trasferiti - scrive la Guardia di Finanza in un'informativa alla Procura - alla Sport spettacolo holding srl, che li ha girati a sua volta alla Holding Max srl, che a sua volta ha provveduto a emettere assegni circolari a favore delle procedure concorsuali della Blu cinematografica srl e della Blue Line srl".
"Entrambi gli istituti di credito, Banca Sistema e Macquarie – precisano le Fiamme Gialle – hanno recentemente provveduto a escutere la garanzia statale, a copertura del 90% del totale finanziato, a seguito del mancato rimborso della Samp, ribaltando l’onere della restituzione delle ingenti somme sul soggetto pubblico garante, Sace". Nella ricostruzione degli inquirenti, lo stesso Ferrero contatta gli amministratori delle società per avvertirli dell’arrivo dei soldi. Dagli accertamenti della magistratura genovese emerge anche la sparizione di 4,6 milioni, erogati a titolo di mutuo dall’Istituto del Credito Sportivo del Coni e finalizzati alla ristrutturazione del campo di allenamento di Bogliasco: lavori mai portati a termine, con le società esecutive fallite a catena e i soldi finiti chissà dove.
"Il 1° dicembre 2020 Massimo Ferrero contattava telefonicamente Andrea Diamanti - si legge nel rapporto GdF - per avvisarlo che i soldi erano arrivati a Sport Spettacolo Holding, di cui Diamanti è amministratore, e poi sarebbero dovuti transitare alla Holding Max".
Nell'analisi delle plusvalenze "sospette", secondo gli inquirenti non è un caso che negli ultimi sette anni di gestione, "Ferrero riesce a quintuplicare i costi per le commissioni riconosciute a procuratori e agenti", un dato che le Fiamme Gialle collegano all'ipotesi di fatture false già affiorato dalle carte della Procura di Torino.
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