Sampdoria, il 12 ottobre la probabile omologa del piano di ristrutturazione da parte del Tribunale
di Maurizio Michieli - Stefano Rissetto
Entro la fine del 2023 previsti aumenti di capitale per 30 milioni: investitori alla finestra
Il 12 ottobre, oltre alla data storica della scoperta delle Americhe, potrebbe essere anche il giorno della "scoperta" da parte della Sampdoria dell'omologa ufficiale del piano di ristrutturazione del debito. La sezione V Civile del Tribunale di Genova specializzata in materia di Imprese presieduta dal giudice Mario Tuttobene (giudici Daniele Bianchi, Paolo Gibelli, Emanuela Giordano, Francesca Lippi) avrebbe infatti fissato per quella data l'emissione della sentenza sul piano presentato dalla società blucerchiata dei nuovi proprietari Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi.
Entro lo scorso 11 settembre era possibile presentare opposizioni al piano, che non sarebbero però arrivate. Da qui la velocizzazione delle valutazioni del Tribunale delle Imprese, che avrebbe preso atto del lavoro svolto con scrupolo e precisione dal Cda della Sampdoria (allora formato da Marco Lanna, Alberto Bosco, Gianni Panconi e Antonio Romei) con il supporto del "commissario" Eugenio Bissocoli, fissando per il 12 ottobre il suo pronunciamento definitivo.
Da quel giorno in poi Radrizzani e Manfredi potrebbero procedere con gli ulteriori aumenti di capitale previsti, circa 30 milioni entro il 31 dicembre, senza il rischio di incorrere in revocatorie. Oltre ai nuovi proprietari, sono alla finestra anche nuovi, potenziali investitori che potrebbero concorrere a diluire la sostanziosa quota di azioni tuttora in capo a Massimo Ferrero, che il 14 luglio scorso già aveva depositato un ricorso d'urgenza al Tribunale delle Imprese di Genova, chiedendo di stoppare futuri aumenti di capitale. Ricorso poi rigettato dal Tribunale stesso e al quale non ne sono seguiti altri, anche per effetto della nettezza della sentenza.
Resterà semmai da sciogliere il nodo del comma IV bis dell’articolo 90 delle Noif federali, "ovvero la non ammissione a operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori sino al termine della seconda sessione di mercato successiva all’intervenuta omologazione della competente Autorità Giudiziaria", introdotto per tutti lo scorso 19 aprile dopo i "casi" Reggina e Sampdoria.
Il punto nebuloso è che il comma IV bis è legato al comma IV che obbliga a chiudere le sessioni di mercato in attivo le società che non rispettano l'indice di liquidità. Il comma V, tuttavia, specifica una serie di strumenti con i quali è possibile ripianare la debolezza finanziaria, tra i quali appunto l’aumento di capitale. Ma la specifica fa riferimento solo al comma IV relativo all'indicatore di liquidità e non al IV bis, inerente le procedure di ristrutturazione. Ecco perché sussiste un difetto di interpretazione e di conseguente attuazione che la Federcalcio deve chiarire al più presto. Si tratta di un passaggio non secondario, poiché se chiarito in senso favorevole e in presenza di liquidità la Sampdoria potrebbe intervenire sul mercato di gennaio per rinforzare la squadra.
Va anche detto che le misure protettive introdotte con la composizione negoziata resteranno comunque in vigore sino alla metà di dicembre. Ma non è un azzardo ipotizzare una Sampdoria finalmente libera da ogni genere di vincoli a partire dal gennaio del 2024, quando Radrizzani-Manfredi e i loro potenziali sostenitori finanziari potranno davvero cominciare a operare in autonomia e senza dover fare i conti con il pericolo, per quanto più teorico che pratico, di perdere i capitali già investiti. Sarebbe il vero inizio della nuova era e il cammino della "nuova" Sampdoria sulle proprie gambe.
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