Rotta Artica: un miraggio commerciale e ambientale. Le critiche di Federagenti e Assoporti
di steris
Paolo Pessina e Rodolfo Giampieri scettici sull'alternativa settentrionale per i collegamenti marittimi tra Asia ed Europa
La cosiddetta rotta artica — proposta come alternativa più rapida per i collegamenti marittimi tra Asia ed Europa — continua a raccogliere scetticismo e critiche dal mondo portuale italiano. Durante gli incontri della Genoa Shipping Week, sia Federagenti che Assoporti hanno espresso posizioni molto chiare: la rotta non è né economicamente sostenibile, né eticamente accettabile.
Per Paolo Pessina, presidente di Federagenti, l’idea di accorciare i tempi di percorrenza da 40 a 18 giorni rappresenta più uno slogan che una reale opportunità: "La rotta artica è una rotta in cui non crediamo. Non è un'alternativa credibile e non una minaccia per il Mediterraneo", ha affermato. Le criticità, secondo Pessina, sono molteplici: dalla stagionalità limitata (i passaggi sono possibili solo da luglio a ottobre) all'assenza di scali intermedi, che compromette l’ottimizzazione del viaggio, fino ai rischi legati alle temperature estreme, incompatibili con molte tipologie di merce. “Inoltre – ha aggiunto – le navi attualmente in servizio non sono progettate per navigare in condizioni così estreme”.
A rincarare la dose, anche il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, che definisce la rotta artica "antitetica alla sostenibilità". "Parlare di rotta artica e di sostenibilità sono due facce della medaglia che non concordano", ha dichiarato. Giampieri sottolinea come l’apertura di nuove rotte in ambienti fragili sia in netta contraddizione con gli obiettivi globali di riduzione dell’impatto ambientale. “Lo sviluppo deve essere anche etico, altrimenti è uno sviluppo a metà che non ha futuro”, ha detto, denunciando anche i rischi di concorrenza sleale da parte di aree del mondo dove le regole ambientali sono meno stringenti.
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