Rixi viceministro, le occasioni della Difesa e l’idea di Toti sul caro energia

di Giampiero Timossi

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Dispaccio. Finirà così: Edoardo Rixi sarà viceministro alle Infrastrutture. Seguirà in via Nomentana il suo amico Matteo Salvini, leader della Lega. La nomina è ormai certa e la notizia per la Liguria è buona, anzi ottima, con una sfumatura che non può essere trascurata. Nella logica delle competenze Rixi sarebbe, tra i politici appena eletti in Parlamento, il miglior ministro delle Infrastrutture. Però, la cosa è nota, la composizione del nuovo esecutivo a trazione Fratelli d’Italia richiede qualche accorgimento in più rispetto al previsto. Perché malumori della famiglia di Forza Italia si possono assopire (almeno momentaneamente) da un’equilibrata distribuzione dei ministeri.

Anche in questa logica il ministro degli Interni non andrà a Salvini, che però dovrebbe vedere accontentata la sua volontà di contribuire alla “sicurezza del Paese” ( la citazione è del leader leghista). Come? Le Infrastrutture hanno competenza anche sulla Guardia Costiera e dunque sul delicato tema degli sbarchi dei migranti. Di questo si occuperà (anche) Salvini, che al suo fianco ha chiesto e ottenuto Rixi, un politico che di infrastrutture ha competenze documentate. Rixi, nove su dieci, non sarà sottosegretario, ma viceministro, incarico già ricoperto prima che SCEGLIESSE di dimettersi  per l’indegna vicenda delle “spese pazze”. Storia giudiziaria che alla fine lo vedrà assolto, semplicemente  “perché il fatto non sussiste”. Essere viceministro, a differenza di un sottosegretario, significa partecipare al consiglio dei ministri, dettaglio non trascurabile quando sul tavolo sono in discussione scelte strategiche per l’Italia e la Liguria.

E allora, in fondo alla storia, la notizia dell’imminente nomina di Rixi  sarà ottima e non buona a metà. Tutto non per smania di campanilismo o per voglia di essere Liguria-centrici, sentimento che comunque sarebbe più che giustificato. La Liguria ha visto scendere da 24 a 15 il numero dei parlamentari eletti, i nuovi (macro) collegi penalizzano la rappresentatività e quindi il radicamento sul territorio di senatori e deputati. Per questo la nostra regione, affamata di sviluppo e relative infrastrutture, ha bisogno di una marcia in più. Serve, come ha chiesto Roberto Bagnasco deputato di Forza Italia appena rieletto, che alla presidenza della commissione Difesa vada un “ligure”. Bagnasco lo ha detto chiaro e tondo davanti a Montecitorio, intervistato da Telenord, alla vigilia dell’elezione del Presidente della Camera dei Deputati. La Spezia e ovviamente la Liguria ospitano, per esempio, Seafuture, il salone internazionale dell’industria navale, che dal 5 all’8 giugno 2023 aprirà la sua ottava edizione (l’appuntamento è biennale). La grande, media e piccola impresa della Difesa sono un elemento fondamentale dell’economia della nostra regione e del nostro Paese, sono una realtà che può non essere condivisa ma che è forte e strutturata. Servono uomini, donne, “link” che sappiano evidenziare e sottolineare le eccellenze liguri, a 360 gradi. Questo serve sull’asse Liguria-Roma-Liguria. Come documentato anche nel viaggio romano di Telenord, i liguri tra i palazzi romani si stanno muovendo bene. C’è molta carne sul fuoco, questo è fuori discussione. Uno spazio la gente di Liguria se lo sta ritagliando pure nel “colore” che anima le giornate delle neonata legislatura. C’è, per esempio un ristorante di note origini e dal nome tutto genovese, che si sta facendo notare come “ritrovo” della politica nazionale. È una new entry scovata dal Corriere della Sera nella nuova mappa del “potere” capitolino. Il nome? Si tratta del Maxela, in via delle Coppelle a due passi dai centri del potere, Senato, Camera e Palazzo Chigi. Tra questi tavoli, qualche sera fa, circolava con insistenza il nome della deputata Ilaria Cavo, già assessore regionale, neo eletta nella fila di Noi Moderati. La sua esperienza politica e la notorietà conquistata come giornalista televisiva, la metterebbero in pole per una commissione, magari quella già presieduta dalla ligure Raffaella Paita. Si tratta delle Infrastrutture, dove come è noto, ci si occupa anche di Telecomunicazioni. Intanto, un po’ in sordina, si è appena realizzata un’idea lanciata nelle settimane scorse da Giovanni Toti, governatore della Liguria, leader di Italia al Centro e guida politica dell’onorevole Cavo. Come racconta Il Sole 24 Ore, “un aiuto immediato contro il caro energia arriverà dai fondi strutturali europei 2014-2020 non ancora spesi o non impegnati in modo vincolante, per un importa che solo per l’Italia potrà arrivare fino a 4 miliardi”. Già, il primo a lanciare l’idea è stato Toti. Finirà così: a Roma e in Europa anche la Liguria saprà farsi ascoltare.