Podcast Autostrade, Bizzarri chiama la Possetti e spegne le polemiche: perché la verità aiuta sempre, le strumentalizzazioni no
di Giampiero Timossi
C'è stata una telefonata tra Egle Possetti, presidente del comitato "Ricordo vittime del Morandi" e Luca Bizzarri. L’attore genovese, insieme al collega Paolo Kessisoglu, presterà la propria voce per i podcast "Wonders", un progetto di Autostrade per l'Italia per raccontare le bellezze del Paese.
C’è chi aveva deciso di attaccare Bizzarri per questa scelta, ma dopo la chiamata tra i due è emersa la volontà di collaborare a progetti che possano sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sicurezza stradale e delle infrastrutture. Chi voleva strumentalizzare la vicenda, insomma, resterà deluso: Bizzarri ha scelto di confrontarsi direttamente con chi, nel crollo di Ponte Morandi del 14 agosto 2018, era rimasta coinvolta personalmente. Come dire: massima sensibilità per chi soffre, non per chi vuole probabilmente strumentalizzare un’iniziativa che difficilmente può non apparire legittima. Per esempio perché l’attuale Aspi non ha più la stesso assetto societario di quattro anni fa: attualmente è gestita da Cassa Depositi e Prestiti (dunque dallo Stato) per il 51 per cento, mentre il restante 49 per cento è appannaggio dei fondi Blackstone e Macquarie.
Il processo che inizierà il 7 luglio dirà chi ha la responsabilità della morte di 43 vittime innocenti e del dolore causato a tutti quelli che li amavano, tutti quelli che hanno emotivamente partecipato al lutto di Genova. Il processo deve fare giustizia, non spegnerà quel dolore. E tutti, la società civile e noi organi d’informazione, abbiamo il dovere morale di essere vigili e sempre al fianco di chi chiede e merita giustizia.
Non sono dettagli e neppure giustificazioni. La memoria deve essere coltivata e protetta, sempre, a ogni costo, anche con la dialettica più feroce. La tragedia di Ponte Morandi, le sue 43 vittime, non saranno mai dimenticate è anche un nostro dovere tenere acceso il ricordo: nel rispetto delle vittime, per evitare che altre tragedie si ripetano.
Per farlo, nel modo migliore possibile, l’unico che è giusto perseguire, è giusto credere che serva farlo senza strumentalizzare il dolore degli altri, sforzandosi di interrogarci sulla verità. Per poi raccontare anche le verità più scomode, sempre. È una strada in salita, diversa dalla scorciatoia di una strumentalizzazione.
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