Meglio piangere con Jovanotti che per i Cinque Stelle
di Giampiero Timossi
A Villanova d'Albenga c'era davvero un'energia positiva. C'è una crisi politica con Toti che "non piangerà per un governo senza Movimento 5 Stelle". Già, le lacrime vanno usate per cose serie
Siamo tornati a piangere, ma stavolta erano anche lacrime di gioia. Domenica sera erano almeno in ventimila, sul prato di Villanova d’Albenga e sul cielo dell’ippodromo volava un’enorme medusa che non irritava nessuno, ma faceva solo una grande allegria. Al Jova Beach Party c’erano donne e uomini di ogni età, c’erano Silvia e Sara che dopo sedici anni di fidanzamento hanno deciso che era arrivato il momento di sposarsi e hanno voluto che a celebrare il loro amore fosse Jovanotti.
C’era Giacomo che ha 7 anni e già sa che Albenga è “l’ombelico del mondo”, perché domenica sera in quel prato si sono incontrate almeno ventimila “facce strane di una bellezza un po’ disarmante”. Come quella di Caterina che anni ne ha 67 in più di Giacomo, che “belin che caldo” lo avrà detto 100 volte, ma poi cantava a squarciagola "sono una ragazza fortunata" e nella sua maglia rossa, tanto elegante quanto accollata, sudava felice, molto più di Giacomino.
Ecco, è stata un gran serata, anzi una domenica bestiale, organizzata con invidiabile precisione: funzionavano le piste pedonali, quelle ciclabili, i bus navetta, i parcheggi e se chiedevi un’informazione finiva sempre che trovavi una risposta precisa e un sorriso.
Non importa neppure così tanto se il cinquantacinquenne Giovanotto vi faccia o no impazzire: allo scriba, è giusto confessarlo, piace parecchio, quasi come i cantautori di Liguria. Non importa (solo) che sia riuscito a cantare ed emozionare per più di tre ore, se nel pomeriggio si sia concesso sei volte anche se in realtà a quell’ora il suo ingresso sul palco non era neppure in scaletta. La cosa che ha colpito del Jova Beach Party è stata la sua capacità di diventare una serata da raccontare, spartiacque tra un periodo a spasso nell’abisso e giorni nuovi carichi di problemi e insieme di voglia di reagire. Non è solo un pezzo di canzone, c’era davvero una bellissima energia. Positiva.
Così è legittimo sostenere che questo, almeno in Liguria, è già diventato l’evento dell’estate. E alla faccia di certi attacchi, almeno volgari, è giusto dire: brava Ilaria Cavo, assessore regionale alla cultura, che ha reso possibile questa storia. Belle storie, belle canzoni, anche quelle tristi, perché quando Jovanotti cantava “la mia ragazza è magica” c’erano ragazzi e ragazze che piangevano di felicità.
E piangeva anche Jova, dopo aver cantato “Le tasche piene di sassi”, la canzone per mamma Viola che non c’è più. Ecco, questo colpisce di certe notti: vuoi divertirti, ma hai il coraggio di ricordare che la vita ha anche i suoi dolori, le sue difficoltà. Domenica sera, dopo aver salutato Jovanotti, dopo aver ballato e prima di ballare ancora, Ilaria Cavo non si staccava dal telefonino, perché la politica è la sua grande passione e allora “chissà come finirà questa crisi di governo?”. Il giorno dopo Giovanni Toti ha detto in sintesi: “Se i Cinque Stelle lasceranno il governo non piangerò”.
Già, le lacrime vanno usate per cose serie. “La mia ragazza è magica/e lancia in aria il mondo/ e lo riprendere al volo”. Per Silvia e per Sara, per chi crede nelle sfide: magari è per cose così che vale la pena di piangere.
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