Rigassificatore, botta e risposta Calenda-Toti: "No al trasloco a Vado per motivi solo politici", "Giravolta senza motivo, in Liguria fallisce Azione"

di Stefano Rissetto

Il governatore: "Se per due consiglieri si cambia idea sulle politiche energetiche nazionali l'obiettivo di cambiare il Paese è fallito in partenza"

Il rigassificatore contrappone aspramente Carlo Calenda, capo di "Azione", e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. In mattinata, era stato Paolo Mieli, ex direttore del Corsera, ad aprire la polemica, chiamando in causa Sergio "Pippo" Rossetti, consigliere regionale appena passato dal Pd al partito di Calenda. "Il consigliere regionale ligure - ha detto Mieli - dice di no a rigassificatore a Vado Ligure per osteggiare Toti. E' come se lo avesse detto Calenda, il quale dovrebbe fare ordine tra i suoi perchè sono già messi male".

A stretto giro la replica dell'ex ministro dell'Industria, dal suo profilo Twitter: "Ovviamente questa è una lettura falsa e sbagliata. La questione è perché si sposta il rigassificatore di Piombino a Vado. Visto che a Piombino ha tutte le autorizzazioni e a Vado no. La realtà è che la Meloni vuole favorire il suo sindaco (di Piombino) e Toti vuole il terzo mandato. Siamo favorevoli a fare un rigassificatore a Vado se serve. Anzi ho dichiarato che sono pronto ad andare a spiegarlo ai cittadini di Vado come fatto a Piombino. Non siamo favorevoli a spostarlo da Piombino a Vado per ragioni politiche. Se vi capita ogni tanto approfondite invece di sparare la prima caxxata che vi viene in mente dopo aver bevuto il caffè".

In tarda mattinata, dal Nautico, ha infine detto la sua Giovanni Toti: "Calenda ha detto che sarebbe andato a Vado a convincere gli abitanti della bontà di avere un rigassificatore e poi per aiutare un consigliere regionale e uno comunale ha cambiato idea".

"Se per due consiglieri - prosegue il presidente della Regione - si cambia idea sulle politiche energetiche nazionali io credo che l'obiettivo di cambiare il Paese l'abbia già fallito in partenza. C'è sempre un ma o un però per evitare di prendere delle scelte difficili, Calenda è persona preparata e sa bene che l'autorizzazione ambientale per restare a Piombino quella nave ce l'aveva per 3 anni perché fatta in emergenza e questi erano già gli accordi presi durante il governo Draghi, che Calenda peraltro appoggiava, quindi oggi ha poco senso raccontare una storia diversa, semplicemnte per giustificare un voto tra il populista e il velleitario dei suoi consiglieri che hanno votato ieri insieme con Lista Sansa, M5S e il PD della Schlein, un voto che credo qualifichi il movimento. Se Azione doveva essre qualche cosa di nuovo e di diverso, direi che questa regione è il simbolo del suo fallimento. Due ragazzi giovani, che avevano creato la lista migliore delle ultime elezioni prendendo due seggi, se ne sono andati e in cambio Calenda si è preso un signore che per fare il quarto mandato che nel Pd non avrebbe potuto fare si è messo la maglietta di Azione, andando contro quelli che sono i valori di crescita e modernità che Azione rivendica. Per essere un partito giovane, Azione ha i vizi dei più anziani".

"Calenda prima era favorevole a fare il tezo polo con Renzi poi ci ha ripensato, per la verità era partito per fare un accordo con Letta che poi ha disdetto, quindi ha appoggiato Marco Bucci e adesso ci ha ripensato in cambio di qualche vecchio arnese del Pd, che è entrato in Azione e ha cambiato la maglietta - conclude Toti - ma non ha cambiato mentalità e approccio alla politica".

Il leader di Azione ha controreplicato a Toti: "'Giovanni Toti piantala di fare il bambacione, devi spiegare ai liguri che senso ha portare il rigassificatore di Piombino a Vado, a parte fare un favore a Meloni per farti dare il terzo mandato. Io sono favorevole a farne altri dieci di rigassificatori".

Appellato come "bambacione", Toti prevedibilmente non se n'è stato: "Caro Carlo Calenda, io farò il bambacione ma tu ti nascondi dietro le fanfaronate: a Piombino, lo sai bene, la procedura di urgenza del governo Draghi prevede solo tre anni di stazionamento. A Piombino il rigassificatore sta in banchina a Vado starebbe off shore. Quindi assai meno impattante. E a Livorno un rigassificatore off shore c'è già, raddoppiarlo a pochi chilometri magari non è il massimo. Vado e il sistema portuale della Liguria sono più vicini e sinergici rispetto alle grandi aree produttive del Nord".

"Tutte cose che sai bene, o sapevi benissimo. E che hai sempre difeso, prima di essere contagiato - conclude - dalla sindrome del No, portata in dote dai tuoi nuovi consiglieri Pd. Ora ti manca solo di dire che il modello Genova non esiste, non ti è mai piaciuto e…scegliere un'armocromista".