25 aprile, Piciocchi: "A Genova germogliò il seme della Costituzione"
di F.S.
Il vicesindaco ha aperto le celebrazioni al Teatro Ivo Chiesa per l'80° anniversario della Liberazione
Il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi ha aperto questa mattina le celebrazioni per l'ottantesimo anniversario della Liberazione al teatro Ivo Chiesa, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
"Genova è l'unica città d'Europa che 80 anni fa si è liberata da sola - ha detto Piciocchi dal palco - l'unica città il cui popolo seppe costringere alla resa le milizie nazifasciste con coraggio, abnegazione, in nome della libertà, della giustizia, della lotta alla tirannide, in nome della pace. Come ha lasciato scritto Paolo Emilio Taviani, accanto al Comitato di Liberazione era centrale una pleiade di comitati di comune, di delegazioni, di rione, di azienda: è la testimonianza concreta di come un'intera comunità, fatta di operai, studenti, donne e uomini di ogni estrazione sociale e formazione, ebbe il coraggio di alzare la testa, ribellarsi al giogo delle armi e della violenza, e liberare con orgoglio le proprie piazze, le proprie strade, le proprie case, dalle valli alla costa, salvando il proprio porto dal rischio concreto di essere annientato dalle milizie naziste. Per la prima volta nella storia di questa guerra un corpo d'esercito si è reso un popolo: fu l'annuncio che il 26 aprile 1945 Paolo Emilio Taviani diede in radio alla città".
Rivolgendosi al Capo dello Stato: "Siamo orgogliosi della nostra storia, Signor Presidente, orgogliosi che da Genova sia germogliato il seme della nostra Costituzione - ha aggiunto - con il contributo di persone straordinarie, come Teresa Mattei, detta Kiki, una delle 21 madri costituenti, ricordata con il fratello Gianfranco da una targa nel suo quartiere di San Fruttuoso, a pochi metri da Villa Migone. La nostra Carta Costituzionale è nata anche dal sacrificio di tanti genovesi che qui ricordiamo. Solo nei giorni dell'insurrezione 300 furono i morti e 3.000 i feriti. Del loro estremo tributo oggi siamo grati, perché ci hanno lasciato in eredità la Repubblica, che ci unisce come cittadini nel nome della pace. Sì, quell'unità che può sconfiggere ogni nemico senza perdere il senso di umanità. Quell'umanità che seppe tenere viva anche nella lotta Aldo Gastaldi, detto Bisagno, nato a Granarolo, il primo partigiano d'Italia, che conservò sempre i valori del cattolicesimo, del rispetto delle persone, stilando un codice di regole morali che preservassero la vita e la dignità umana, anche in quei giorni cupi e tragici."
L'eredità dei partigiani - Conclude il vicesindaco reggente Piciocchi: "In tante lettere ai propri familiari, in punto di morte per mano degli aguzzini nazifascisti, scritte dai partigiani genovesi, risuona potente il richiamo ad agire per quei figli e per quel futuro che sapevano bene non avrebbero mai potuto vedere, con un sentimento di consapevolezza e orgoglio di essere parte di un disegno più ampio in cui tutti possiamo e dobbiamo fare la differenza, insieme e uniti, come il Comitato di Liberazione Nazionale costituitosi a Genova il 27 luglio 1943, partecipato da tutti i partiti antifascisti che hanno saputo andare oltre le divisioni, facendo prevalere quello che li accomunava: il valore della libertà. E questa è una lezione sempre attuale, che ci scuote, ci interpella, chiama in causa la nostra comune responsabilità: che il 25 aprile sia giornata di unità nazionale e di coesione per la nostra città".
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