Processo Morandi, imputato del Ministero Infrastrutture: "I controlli spettavano ad altri"

di Redazione

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Cinelli, ora in pensione: "Dopo il crollo ho scoperto che procedure e normative non erano generalizzate"

Processo Morandi, imputato del Ministero Infrastrutture: "I controlli spettavano ad altri"

Sono iniziati gli esami degli imputati nel processo per il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018, che causò 43 vittime. Il primo a sottoporsi alle domande dei pm è stato Vincenzo Cinelli, ex capo della Direzione generale per il controllo sulle concessioni autostradali del Mit, ora in pensione.

"I controlli alla rete autostradale erano prima di tutto in capo agli uffici territoriali del ministero Trasporti - ha detto -. Dopo il crollo ho scoperto che procedure e normative non erano generalizzate. Gli ingegneri territoriali facevano precise richieste alle concessionarie in base alle loro necessità. Se lo avessi scoperto prima li avrei richiamati a richiedere i report in base alle loro esigenze".

Cinelli si era insediato al vertice della Direzione a settembre 2017. "Ho prima di tutto studiato l'organizzazione del settore e della direzione per capirne il funzionamento. Il mio ufficio aveva 110 unità, era necessario capire cosa fare e chi lo dovesse fare: i componenti erano persone qualificate ma l'organico deficitario". Cinelli ha ricordato come le Uit, le unità ispettive territoriali, "svolgevano più di due visite l'anno alle opere, avevano tutti i mezzi per farlo anche più spesso. La Divisione poteva fissare un calendario delle ispezioni ma soprattutto riceveva report dagli uffici territoriali, lo scambio d'informazioni era costante".

L'ex dirigente ha affrontato anche il tema del retrofitting, i lavori di rinforzo delle pile 9 (quella crollata) e 10, e di chi dovesse verificare il contenuto del progetto. "Il Comitato interno al Provveditorato regionale opere pubbliche, che doveva esprimere il primo parere. Mentre la Divisione 4 della Direzione per il controllo sui concessionari (diversa dalla 1 e a sua volta retta da un dirigente specifico, gerarchicamente subordinato a Cinelli, ndr) valutava solo la completezza della progettazione".

A Cinelli è stata mostrata la mail che Antonio Brencich (imputato) manda al Cta nella quale scrive di "uno stato di degrado del ponte impressionante". "Se avessi letto quelle cose - ha detto Cinelli - avrei chiamato il mondo per capire cosa significasse. Se avessi avuto quella documentazione avrei cercato di capire. Era una segnalazione che bisognava approfondire".