Porto della Spezia, simulato attacco terroristico a una nave: forze speciali italiane e tedesche in esercitazione per dieci giorni

di E.L.M

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Simulato l’assalto a un’imbarcazione in porto, guidato dal Nocs con team d’élite italiani e tedeschi per testare la risposta a minacce gravi

Porto della Spezia, simulato attacco terroristico a una nave: forze speciali italiane e tedesche in esercitazione per dieci giorni

Un’imponente esercitazione antiterrorismo si è svolta dal 28 aprile al 9 maggio tra il porto e la rada della Spezia, con la partecipazione di 120 operatori delle forze speciali italiane e tedesche. Il training ha simulato la presa d’ostaggi a bordo di una nave, con interventi spettacolari e coordinati tra unità d’élite di diversi corpi armati.

Scenario - L’esercitazione ha previsto la simulazione di un attacco terroristico a una nave, ormeggiata o all’ancora, presa in ostaggio da un commando. L’obiettivo era testare le modalità operative per riconquistare il controllo dell’imbarcazione, tutelare l’equipaggio e neutralizzare i responsabili. Alcuni team hanno raggiunto il mezzo via mare, immergendosi sott’acqua per poi salire a bordo.

Partecipanti - A guidare l’addestramento è stato il Nocs della Polizia di Stato, con il supporto del Gis dei Carabinieri, del Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare, del Reparto Operativo Navale della Guardia di Finanza, del Cnes della Polizia e degli operatoridella Bundespolizei tedesca. Tutti reparti altamente specializzati in operazioni ad alto rischio.

Coordinamento - L’iniziativa rientra nelle attività del network europeo Atlas, una rete che collega 38 gruppi speciali attivi 24 ore su 24 per fronteggiare situazioni di crisi transnazionali. Oltre all’addestramento tecnico, l’esercitazione ha avuto l’obiettivo di rafforzare il coordinamento tra forze di polizia, comparto difesa e soggetti pubblici o privati coinvolti nella gestione delle emergenze.

Tecniche - Le operazioni si sono svolte anche in orario notturno, con manovre complesse in ambiente marittimo e portuale. L’accento è stato posto sull’interoperabilità tra reparti e sulla prontezza operativa in scenari critici e realistici, mantenendo alti gli standard richiesti a livello europeo.

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