Ponte Morandi, Cozzi: "Cause del crollo? Ancora prima capire se poteva stare in funzione"

di Fabio Canessa

2 min, 4 sec

Il procuratore sulle indagini: "Possibile conclusione a inizio 2020, poi processo... se ci sarà"

Ponte Morandi, Cozzi: "Cause del crollo? Ancora prima capire se poteva stare in funzione"
"Il primo punto da accertare è se quella struttura, nelle condizioni in cui era, potesse essere mantenuta in funzione. Questa domanda è prioritaria anche rispetto alle cause del crollo". Così il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, che nel giorno dell'anniversario del crollo di ponte Morandi ha fatto il punto con la stampa sulle indagini "che potrebbero concludersi all'inizio del 2020". Poi il possibile rinvio a giudizio "a metà dell'anno prossimo" e quindi il processo, "se ci sarà un processo - precisa Cozzi - perché non sarebbe serio dirlo in anticipo". "Riprendendo le parole dell'architetto Renzo Piano, 'un punte così non ha il diritto di crollare', la prima domanda è: un ponte così ha il diritto di crollare? Aveva ancora il diritto di portare 25 milioni di veicoli all'anno senza alcuna limitazione? Tutto il resto è importante, ci saranno discorsi infiniti e perizie di ogni tipo, ma prima ancora di questo ci sarà la necessità di dare risposta all'altra domanda. L'indice di corrosione dei cavi era elevatissimo, quanto abbia influito sulle cause del crollo lo diranno i tecnici". "La domanda di giustizia non è ricerca di capri espiatori o facili soluzioni da offrire in pasto. Sarà una risposta rigorosa alla richiesta di cercare la verità. Non vorrei fare paragoni, ma abbiamo voluto dare una risposta sul piano della diligenza e della serietà a una vicenda che presentava varie lacune. E non voglio dire altro", ha precisato Cozzi. Il procuratore ha fatto il punto sulle indagini, che dovrebbero arrivare alla loro conclusione alla metà del 2020. "Un primo incidente probatorio è stato avviato per accertare le condizioni della struttura prima del crollo, qual era lo stato di salute del ponte. A questo è stata data una prima risposta col deposito della prima perizia. Un secondo incidente è stato avviato per individuare le cause del crollo del ponte. Il quesito è molto più articolato in almeno 39 domande. Il gip ha ammesso questi quesiti, si è riservato le sue valutazioni e ci aspettiamo che entro dicembre arrivi il deposito, poi ci saranno ulteriori accertamenti". Cozzi si difende da possibili accuse sulla durata delle indagini: "È una fatica immane, ve lo posso assicurare. Non si tratta di un omicidio con perizie sulla traiettoria di un proiettile, ma di questioni di complessità notevolissima anche dal punto di vista ingegneristico. Questo significa affermare che, qualunque siano i risultati, viene svolta un'attività in modo riservato ma senza soluzione di continuità per conoscere nascita, vita e morte di questo ponte in tutte le sue fasi. Tutto questo richiede un lavoro enorme, selezione di dati, filtro e valutazione".