Pesce inquinato dal Giappone, Coldiretti: "In Italia importiamo il 72% di pescato, è troppo"

di Filippo Serio

Mammoliti: "Pesca locale non deve sparire, la regole devono cambiare"

Ha fatto scandalo l'acqua di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, riversata nel mare e nonostante le rassicurazioni del caso offerte dal Governo giapponese, anche a Genova c'è molta preoccupazione sulla pericolosità del liquido e le possibili conseguenze sull'ecosistema marino e soprattutto sul pesce e i crostacei che arriveranno nei mercati italiani.

 

I dati Istat indicano infatti che ogni anno oltre 123 mila chili di pesce vengono importati dal Giappone nei mercati italiani, al riguardo si è espresso il pescatore genovese Felice Mammoliti, che fa parte del consiglio direttivo di Coldiretti Genova: "Sono giorni che riversano nell'oceano 140 tonnellate di acqua al giorno delle vasche radioattive, dicono che sia tutto in ordine ma qualche dubbio ce l'ho. Noi importiamo il 72% di pescato, che è tanto. Poi c'è ignoranza alimentare da parte del consumatore che chiede pesce fuori stagione, quindi la pescheria per stare dietro al cliente importa maggiormente questi pesci. E automaticamente più importiamo e più si inquina. Basterebbe seguire la stagionalità del pesce, almeno mangiamo prodotti italiani aiutando anche l'economia italiana e mangiando pesce fresco. Questo problema delle acque inquinate dalla centrale giapponese è grave, perché le correnti portano questi liquidi ovunque".


Mammoliti si è anche espresso sulla questione delle norme Ue che vogliono eliminare la pesca a strascico e rischiano di far scomparire il pesce italiano: "Fanno tutto al contrario, più che altro è lo strascico piccolo locale che non bisogna eliminare. Infatti per tutelare davvero la biologia marina, bisognerebbe far sì che in mare rimangano solo le piccole barche. Se sparisce la pesca locale ci saranno conseguenze come la perdita della tradizione della pesca e poi saremo invasi da pesci importati. Il mare va tutelato ma va fatta una regolamentazione diversa e quanto prima per tutelare anche i pescatori e la fauna marina".



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