Pd, Renzi fa il pieno a Genova: "Basta cialtroni al potere"

di Fabio Canessa

2 min, 11 sec

L'ex segretario dem: "Colpito dal populismo del governo dopo Ponte Morandi"

Pd, Renzi fa il pieno a Genova: "Basta cialtroni al potere"
Pienone di pubblico per l’ex premier Matteo Renzi arrivato a Genova per presentare il suo libro ‘Un’altra storia’. Esauriti i 370 posti del Teatro della Gioventù dove a fare gli onori di casa c’erano il consigliere Pippo Rossetti, l’ex ministra Roberta Pinotti, il segretario metropolitano Alberto Pandolfo ma anche il sovrintendente del Carlo Felice, Maurizio Roi. E l'ex ministra Maria Elena Boschi. “Questa gente non viene qui per me ma per dire che non ne possiamo più di cialtronaggine elevata a governo del paese, per questi motivi sono fiducioso nel futuro – ha detto l’ex segretario dem - Mi ha colpito molto l’atteggiamento populista del Governo dopo Ponte Morandi, ma adesso non è il momento delle polemiche. I populisti alle europee? Faranno meglio delle altre volte ma la maggioranza sarà filoeuropea”. Il monologo di un’ora sul palco è incentrato sulla “battaglia politica, ma ancor di più culturale” contro Lega e Movimento 5 Stelle. “Loro guardano al passato, noi al futuro. La globalizzazione non si ferma”, incalza Renzi. “Verrà di nuovo il nostro momento”. E quale sarà il suo ruolo? “Un gregario, uno che passa la borraccia”, spiega citando l’episodio di Coppi e Bartali. Poche parole sul congresso, se non una battuta: “Meno male che tutti i candidati hanno detto che non faranno l’alleanza coi cinque stelle”. Al prossimo candidato "spero non facciano quello che hanno fatto a me". Nel libro di Renzi c’è un capitolo dedicato a Ponte Morandi. “Quel giorno sono rimasto come uno scemo a bocca aperta, come tutti. Come tutto il Pd ho dato piena disponibilità a collaborare. All’una e mezzo Toninelli ci attacca dando la colpa a ‘quelli di prima’. Dicevano che avevamo preso soldi da Autostrade: ho chiamato tutti i tesorieri passati ed è venuto fuori che non abbiamo mai preso un centesimo da loro. I soldi invece li ha presi la Lega. Non fai in tempo ad asciugare le lacrime che c’è già l’attacco al Pd. La concessione? Non l’abbiamo fatta noi, ma il governo Berlusconi, col Pd che faceva ostruzionismo in aula e un giovane deputato che casualmente era presente, Matteo Salvini”. “Non è pensabile essere giustizialisti con gli avversari e garantisti con gli amici”, ha poi detto sull’inchiesta per bancarotta fraudolenta che vede coinvolti i genitori agli arresti domiciliari insieme all’imprenditore ligure Mariano Massone, accusati di aver fatto fallire alcune cooperative. Alla fine del suo intervento Renzi annuncia le querele “a chi ha detto di me le peggiori cose”. L’unico nome che cita è quello di Marco Travaglio: “L’ho querelato oggi insieme al mio avvocato”. E annuncia altre azioni simili “a pioggia”.