Panama rilancia il Canale: piano da 2,6 miliardi per due nuovi porti

di Redazione

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Il Canale, penalizzato dalla siccità e dai limiti ai transiti, è anche al centro delle tensioni geopolitiche tra USA e Cina

Panama rilancia il Canale: piano da 2,6 miliardi per due nuovi porti

Il governo di Panama scommette sulla logistica per riconquistare competitività globale.

Il ministro per gli Affari del Canale, José Ramon Icaza, ha presentato ai principali gruppi internazionali dello shipping e del terminalismo un piano da 2,6 miliardi di dollari per costruire due nuovi porti gemelli alle estremità atlantica e pacifica del Canale.

 

L’obiettivo è ampliare di 5 milioni di teu l’anno la capacità di transhipment e rafforzare il ruolo di Panama come hub tra le Americhe. All’incontro hanno partecipato i vertici di Apm Terminals, DP World, Cosco, PSA, MOL, TIL (MSC) e delle principali compagnie liner, tra cui Maersk, CMA CGM, Hapag-Lloyd, ONE, Evergreen e HMM.

 

L’annuncio arriva dopo le critiche del CEO di Maersk, Vincent Clerc, che aveva denunciato la carenza di infrastrutture e il rischio di perdere traffici a favore delle rotte via Suez o dei porti caraibici.

 

Il progetto nasce in un contesto delicato: il Canale, penalizzato dalla siccità e dai limiti ai transiti, è anche al centro delle tensioni geopolitiche tra USA e Cina. Washington guarda con preoccupazione alla presenza cinese nei terminal di Balboa e Cristobal, gestiti da CK Hutchison Ports, oggi coinvolti in una complessa trattativa di vendita con un consorzio guidato da BlackRock, GIP e TIL.

 

Con il nuovo piano, Panama punta a svincolarsi dalle incertezze industriali e politiche, creando un corridoio logistico intermodale sotto la gestione diretta dell’Autorità del Canale.

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