"Padre, mi benedica. Torno in Ucraina a combattere": da Savona a Kiev per arruolarsi
di Marco Innocenti
A Genova intanto arrivano le prime famiglie di profughi. Vertice in Comune per organizzare la raccolta di beni di prima necessità
Un vertice in comune, a Palazzo Tursi, fra l'amministrazione comunale e i vertici della comunità ucraina per discutere l'organizzazione della raccolta dis olidarietà lanciata nelle scorse ore. E' andato in scena questa mattina, alla presenza dell'assessore Viale, di padre Tarasenko e di Oleg Sahaydak dell'Associazione Pokrova, proprio mentre iniziano a rincorrersi le conferme dell'arrivo a Genova dei primi profughi dall'Ucraina.
"Ieri mi ha scritto un padre di famiglia che ha dovuto salutare la moglie e la figlia, venite in Italia a Genova per trovare riparo dalla guerra - conferma Sahaydak - Lui è rimasto in Ucraina per dare il suo contributo nella difesa del nostro paese ma mi ha detto che la sua famiglia è venuta a Genova per trovare rifugio. Molti arrivano anche con mezzi propri".
C'è poi chi fa il viaggio inverso, dall'Italia all'Ucraina, per arruolarsi, come racconta padre Vitaly Tarasenko, fondatore della comunità ucraina di Genova "Ieri quando sono arrivato in chiesa a Savona - racconta - mi hanno presentato quest'uomo di circa 50 anni, un ex militare, che mi ha abbracciato, chiedendomi la benedizione e dicendomi "Speriamo che non sia l'ultima volta. Ha deciso di partire nonostante qui in Italia avesse tutto ciò che serviva a lui e alla sua famiglia ma si è sentito in dovere di tornare in Ucraina per combattere e difendere il suo paese e il suo popolo". Le parole di padre Tarasenko, però, non vogliono essere un invito a partire e ad arruolarsi: "Mi capita spesso di parlare a tanti giovani che vorrebbero andare in Ucraina a combattare - confessa - ma a molti chiedo se sanno fare ciò che è necessario fare durante una guerra. Altrimenti, se non si sa cosa fare e come farlo, meglio restare qui e dare il proprio contributo, senza andare al fronte a combattere. Anche il popolo può resistere, come abbiamo visto fare ad una donna che ha fermato una colonna di mezzi dell'esercito russo senza farsi spaventare".
A Genova intanto, come detto, ci si prepara a dare inizio ad una raccolta di beni di prima necessità da inviare alle popolazione dell'Ucraina: "Abbiamo già preparato una lista di beni che serviranno per aiutare - spiega Sahaydak - ci sono medicinali, vestiti e molto altro. Poi inizieremo a lavorare di concerto con il Comune per raccogliere quanto necessario. Da ieri sera ci siamo attivati e ho ricevuto messaggi e telefonate fino a tarda notte da parte di italiani che vogliono aiutare".
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