Ora con la Juve è proibitiva, non proibita. Ma la Sud vuole vedere qualche maglia strappata
di Claudio Mangini
Tutti devono fare la loro parte, senza lasciare la responsabilità al compagno. Candreva da sfruttare meglio, Caputo la nota più lieta
Non succede, ma se succede…
Lasciamo (momentaneamente) da parte le questioni tattiche e di modulo e cominciamo da un interrogativo di natura, diciamo, tessil-comportamentale: una maglia da calcio moderna può strapparsi come quella di Zico, strattonato, stramarcato, azzannato - metaforicamente ma non troppo - da Claudio Gentile? Serve un po’ di memoria storica: era il Mundial del 1982, non c’erano né il virus né l’Ucraina invasa, c’erano altri guai, ma in quella sfida in salita il Brasile si ritrovò una maglia da buttare e l’Italia una vittoria che spalancò la strada verso la vittoria finale.
Che c’entra?, direte voi. E comunque perfino una maglia di filati sintetici raffinatissimi, elasticissimi e assorbisudore si può strappare. E chissà quanti tifosi sampdoriani vorrebbero vedere un avversario chiedere alla panchina il cambio maglia per colpa di una marcatura troppo asfissiante ed assillante. E qui ci si ricollega a Udine. Perché se un allenatore dice ai microfoni dell’intervistatore di Dazn, a mezz’ora dall’inizio, che “oggi ci giochiamo una fetta di campionato” (e chissà quante volte lo ha ripetuto negli spogliatoi in settimana), come è possibile che dopo 3’02” la Sampdoria sia sotto di un gol e dopo 12 minuti di due? Vuol dire che – al di là o oltre il modulo – c’è un problema individuale nella squadra Samp di atteggiamento, concentrazione, diciamo anche assunzione di responsabilità. E questo, ripetiamo, al di là del modulo, che stavolta era il più consono 4-3-1-2.
Anche perché la partenza in salita con gol concesso alla controparte nei minuti iniziali è quasi una costante della Sampdoria 2021-22, sia con D’Aversa sia con Giampaolo in panchina. Se poi si vuole allargare la prospettiva alla disposizione in campo, ecco che se affronti una squadra come l’Udinese, che ha la sua forza maggiore negli esterni e i tuoi esterni difensivi sono timidissimi in avvio di partita, questo crea subito una situazione sfavorevole.
Al di là dell’atteggiamento dei singoli, ci sono tre considerazioni da fare dopo la partita con l’Udinese, che poteva essere la partita del salto di qualità e fortunatamente non è stata quella del tracollo, visti i risultati delle concorrenti dirette.
Primo: la condizione di molti singoli è problematica. Esempi, purtroppo molti: Quagliarella è tornato impalpabile, Sensi al momento è un oggetto misterioso, Yoshida deve recuperare ritmo e lucidità, Murru e Augello non decollano.
Secondo: la manovra della Sampdoria è apparsa involuta, lenta, eccessivamente portata per vie orizzontali; di fatto ha creato qualche pericolo solo negli ultimi 10 minuti del primo tempo quando, spesso, si saltava il centrocampo per affondare.
Terzo: Giampaolo ha strigliato Candreva da cui si “aspetta di più”. Ma quando hai un giocatore che in due terzi di campionato ha messo insieme 7 gol e 8 assist, risultando largamente l’uomo più determinante, forse è il caso di adattare qualche geometria a lui e non soffocarlo nelle geometrie predisposte.
Buone notizie? Qualcuna c’è: la buona condizione di Caputo, il migliore, e Falcone, la grinta di Bereszynski, i progressi di Vieira.
Ora c’è la Juventus ed è, ovviamente, una sfida proibitiva. La gestione Lanna è una gestione di buoni intenti e fatti concreti: ha fatto il miglior mercato possibile nella situazione nota e ha ricucito con i tifosi. Ecco: a Marassi, sabato pomeriggio, giocheranno anche i tifosi. Avranno la possibilità di spingere e dare coraggio alla squadra. Sfida proibitiva non significa proibita. Tocca a ciascuno fare la propria parte, nessuno può andare in campo pensando di lasciare le responsabilità al vicino di reparto. E, si ricordino i blucerchiati in campo: anche le maglie supertecnologiche si possono strappare…
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