Omicidio via Polleri, Giribaldi risponde alla gip: "Annebbiato dalla droga, ero geloso della mia donna"

di Edoardo Cozza

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Il portuale ha ucciso martedì pomeriggio Manuel Di Palo, ex Casapound, in pieno centro a Genova: i primi colpi in salita San Bartolomeo, poi l'uccisione

Omicidio via Polleri, Giribaldi risponde alla gip: "Annebbiato dalla droga, ero geloso della mia donna"

Doppio interrogatorio oggi per Filippo Giribaldi, il portuale di 42 anni che il 25 aprile ha ucciso con un colpo di pistola Manuel Di Palo, ex esponente di CasaPound, in via Polleri, in pieno centro a Genova. L'uomo, difeso dagli avvocati Chiara Antola e Paolo Scovazzi, è stato prima interrogato dal gip Elisa Campagna, che nelle prossime ore deciderà sulla convalida, e poi dal pubblico ministero Eugenia Menichetti insieme agli investigatori della squadra mobile, diretta dal dirigente Antonino Porcino.

"Mi dispiace per quello che ho fatto - ha detto Giribaldi -, sono pentito ma ero annebbiato dalla droga". Il portuale ha spiegato di spendere circa 300 euro al giorno per comprare gli stupefacenti. Tanto che nelle ultime settimane aveva chiesto un prestito di 15 mila euro a una finanziaria proprio per comprare lo stupefacente. "Ma non ho mai spacciato" ha ribadito.

Nel corso degli interrogatori ha ribadito la prima versione fornita la notte del suo arresto e cioè che era geloso di una donna con cui aveva una storia e che negli ultimi tempi vedeva anche Di Palo e un amico. Il no vax ha anche detto che sarebbe stata la stessa donna a dirgli che voleva liberarsi di Di Palo e del suo amico. Per questo martedì pomeriggio si è presentato sotto casa dell'amica e ha prima sparato contro un muro il salita San Bartolomeo quando si è visto davanti l'amico di Di Palo e poi "mentre andavo via pensavo che a inseguirmi fosse un carabiniere o un poliziotto in borghese. L'ho riconosciuto quando mi ha raggiunto e ha cercato di colpirmi con un pugno". Sempre agli investigatori ha spiegato di avere trovato l'arma un anno fa. "Era dentro un pacchetto che ha trovato il mio cane al Peralto. Lui me lo ha portato e quando ho visto che era pesante l'ho aperto e mi sono preso la pistola. La porto sempre quando devo comprare la droga perché mi avevano rapinato e non volevo che succedesse ancora". Gli investigatori sono convinti che l'abbia acquistata in qualche giro, magari in ambito portuale.