Omicidio di Savona, il killer Massari: "Non sono pentito, mi spiace per gli innocenti"
di Redazione
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Dopo aver ucciso l'ex moglie ha minacciato un camionista, alla base del delitto anche una questione di soldi

"Non sono pentito di quello che ho fatto. Mi spiace solo per gli innocenti coinvolti". Lo ha detto Domenico Massari, che ha ucciso la ex moglie Deborah Ballesio sabato notte, pochi minuti dopo essersi costituito in carcere a Sanremo (Imperia).
Dopo aver sparato tre colpi in aria per attirare l'attenzione degli agenti, si è consegnato rifiutando di nominare un avvocato di fiducia: "Sono consapevole di quello che ho fatto, mi basta quello d'ufficio". La pistola usata per l'omicidio è risultata rubata.
Non solo motivi passionali ma anche una questione di soldi: sarebbero questi i due diversi moventi. Massari aveva investito i propri averi, circa 300 mila euro (frutto presumibilmente di attività illecite, secondo quanto affermano gli inquirenti, dato che Massari non aveva mai lavorato dedicandosi al traffico di droga in Spagna), nell'apertura di un locale di lap dance, il 'Follia' di Altare (Savona), che era però intestato alla moglie.
"Quando lei lo ha lasciato - ha spiegato il questore di Savona, Giannina Roatta - lui si è sentito defraudato dei suoi averi, sentiva di aver perso tutto per colpa sua". E così nel 2015 aveva dato fuoco al locale e all'abitazione, patteggiando per questo 3 anni e 2 mesi di reclusione. "Nell'ultimo anno e mezzo era sparito dai radar delle forze dell'ordine - ha poi spiegato Fabbrocini - per cui non avevamo idea dei suoi movimenti".
La vittima negli anni passati si era rivolta alle forze dell'ordine per le minacce ricevute "ma negli ultimi anni non lo aveva più fatto - ha aggiunto Roatta - e anche gli amici ci raccontano che non erano più arrivate minacce. Forse non ha più percepito il pericolo".
Per fuggire dal luogo dove ha ucciso a colpi di pistola la ex moglie Deborah Ballesio e ferito alcune persone, Domenico Massari ha minacciato con una pistola Smith & Wesson 357 Magnum un autotrasportatore e si è fatto portare a Arma di Taggia. Il particolare è emerso nella conferenza stampa in questura a Savona durante la quale è stato confermato che Massari era ancora armato, che la pistola è risultata rubata nel 2012 e che Massari aveva con sé decine di proiettili di riserva e due coltelli.
La Polizia sta ancora lavorando per ricostruire i suoi movimenti durante la fuga. Per braccarlo da Roma sono arrivati anche gli uomini della seconda divisione del Servizio Centrale Operativo: "Il soggetto era estremamente pericoloso - ha spiegato Alfredo Fabbrocini, che guida la seconda divisione dello Sco - e il modo in cui si è consegnato, sparando tre colpi davanti al carcere di Sanremo, lo dimostra. Per questo abbiamo messo in campo una squadra numerosa e dato il via alla caccia all'uomo. Si è costituito prima, ma era solo questione di tempo".
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