'Ndrangheta, operazione della Dia di Genova: sequestrati beni per 15 milioni
di Fabio Canessa
1 min, 56 sec
Nel mirino immobili, conti correnti e società: "Mettevano le mani sugli appalti pubblici a Savona"
Maxi operazione della Dia di Genova che ha sequestrato beni per 15 milioni nelle province di Savona, Alessandria e Reggio Calabria, riconducibili secondo gli inquirenti a persone arrestate nel 2016 nell'ambito dell'inchiesta 'Alchemia' su affiliati della 'ndrangheta. Si tratta di Carmelo Gullace e della moglie Giulia Fazzari, oltre che Orlando Sofio e Marianna Grutteria.
La direzione investigativa antimafia di Genova ha agito su coordinamento della Dia di Reggio Calabria. Tra i beni sequestrati ci sono quote di partecipazione e patrimonio aziendale di 7 società, circa ventuno 21 immobili, fabbricati e 36 terreni, numerosi conti correnti e beni mobili riconducibili alle società sequestrate.
L'inchiesta aveva portato a 42 misure cautelari a carico di soggetti affiliati e contigui alle cosche di 'ndrangheta reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro, accusate di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.
Gullace è considerato dagli investigatori figura apicale della cosca, con ruolo direttivo e di comando, in quanto referente dell'articolazione 'ndranghetistica in Liguria e in Piemonte per la risoluzione di controversie, per il mantenimento dei contatti con gli esponenti di spicco di altre articolazioni territoriali della 'ndrangheta, per la condivisione di interessi imprenditoriali, anche al di fuori del territorio italiano, per il reimpiego di proventi delle attività delittuose.
E se Carmelo Gullace, secondo gli investigatori, aveva un ruolo apicale, un posto speciale nell'organizzazione spettava alla moglie Giulia Fazzari. Secondo la Direzione investigativa antimafia, la donna avrebbe avuto il ruolo di mantenere rapporti con gli amministratori dei comuni della provincia di Savona, finalizzati all'acquisizione di appalti pubblici, nonché di organizzare trasferte in Brasile per riciclare proventi delittuosi della cosca di appartenenza, attraverso l'acquisizione di proprietà immobiliari.
Per gli inquirenti, Sofio, ritenuto partecipe della cosca Raso-Gullace-Albanese, è uomo di fiducia di Gullace col ruolo di referente piemontese, e ha l'incarico di tenere i rapporti con la cosca Piromalli di Gioia Tauro, di reperire prestanome per l'intestazione fittizia delle attività imprenditoriali riconducibili al sodalizio criminoso e di curare gli interessi economici comuni con la cosca Gagliostro-Parrello di Palmi (Reggio Calabria) nell'ambito degli appalti per le pulizie in Calabria, nella produzione di lampade e nell'acquisto di autonoleggi in Lombardia.
Sofio e Grutteria avrebbero rafforzato la cosca attraverso la gestione occulta di imprese operanti in settori economicamente sensibili, tentando di infiltrarsi, con la compiacenza di esponenti politici e imprenditoriali, nei sistemi di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso il meccanismo dei subappalti.
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