Nazionale: Spalletti nuovo ct, l'annuncio ufficiale il 16 agosto
di Stefano Rissetto
Dalla Sampdoria all'Inter allo Zenit, quanti incroci col predecessore Mancini, quasi fossero i "Duellanti" di Conrad
Luciano Spalletti, campione d'Italia a maggio con il Napoli, è il nuovo ct della Nazionale italiana. Il tecnico toscano succede a Roberto Mancini, dimessosi sabato notte via Pec per accettare l'offerta della Federcalcio dell'Arabia Saudita, che gli offre un triennale a cifre siderali, 40 o 60 milioni a stagione secondo le indiscrezioni.
L'annuncio ufficiale dell'ingaggio di Spalletti sarà dato dal presidente federale Gabriele Gravina mercoledì 16 agosto. L'ex mister del Napoli, che aveva lasciato la panchina azzurra dopo il tricolore, avrà meno di un mese di tempo per preparare i primi impegni del girone di qualificazione a Euro 2024, il 9 settembre contro la Macedonia del Nord (artefice dell'eliminazione della squadra di Mancini dal Mondiale 2022) e il 12 settembre contro l'Ucraina. Mancini lascia a Spalletti una situazione difficile, dopo le prime due partite del girone che comprende anche Inghilterra, Ucraina, Macedonia del Nord e Malta. L'Italia ha infatti perso in casa 2-1 con l'Inghilterra e vinto 2-0 a Malta e al momento, con una partita in meno dell'Ucraina, con 3 punti (al pari dei nordmacedoni, vincitori su Malta) insegue i gialloazzurri secondi a quota 6 dietro gli inglesi che viaggiano a 12 punti in 4 gare.
Spalletti, 64 anni, da calciatore visto in Liguria dal 1985 al 1990 con le maglie di Entella Bacezza e Spezia, ha chiuso la carriera agonistica nell'Empoli, dove si è formato da allenatore, con una carriera inizialmente in salita e contrassegnata da tanti incroci del destino proprio con Mancini, quasi fossero i "Duellanti" di Conrad. Tre anni sulla panchina toscana con ottimi risultati e poi, nel 1998, il salto alla Sampdoria anch'essa allora curiosamente "orfana" di Mancini, ancora calciatore e passato l'anno prima alla Lazio non senza strascichi nell'ambiente. Esonerato, richiamato, retrocede per un rigore all'ultimo minuto dell'ultima partita utile, giudicato poi inesistente dallo stesso arbitro che lo aveva concesso. Riparte dal Venezia di Zamparini e anche in questo caso viene esonerato e richiamato, per poi essere licenziato definitivamente. Sta fermo un anno, poi subentra a Hodgson all'Udinese, salvando la squadra friulana. Riparte in B da subentrato dall'Ancona, evitando la retrocessione. Quindi torna a Udine e nel 2005 finalmente la sua carriera decolla: supera nella volata Champions, non senza qualche episodio a favore come l'autogol di Pisano vistosamente strattonato da Pinzi nello scontro diretto al Friuli, la Sampdoria di Novellino ed è lui, anziché il tecnico blucerchiato, a essere chiamato alla Roma. In quello stesso campionato svolta anche la carriera di Mancini, che ribalta nei minuti di recupero da 0-2 a 3-2 la sfida di San Siro tra Inter e Doria, evitando l'esonero.
In tre anni alla Roma, Spalletti vince due edizioni della Coppa Italia e una Supercoppa d'Italia: in tutti e tre i casi, l'avversaria è l'Inter di Mancini. Ma lo scudetto non arriva, la quarta stagione inizia malissimo, si dimette e viene sostituito da Ranieri, che a sua volta perderà il tricolore nella drammatica serata del 25 aprile 2010, perdendo 2-1 all'Olimpico contro la Sampdoria di Del Neri lanciata verso la Champions.
Quindi va all'estero, per cinque stagioni sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo, altro incrocio del destino con Mancini che lavorerà nella squadra della città delle "Notti bianche" nella stagione 2017/'18, ultimo incarico da allenatore di club prima di diventare nel 2018 ct dell'Italia.
Torna in Italia nel 2016, ancora alla Roma, a stagione in corso al posto di Rudi Garcia che ora lo sostituisce al Napoli. Corre in alta quota ma non riesce a vincere, ispira il deuteragonista della serie tv su Totti, nel 2017 torna sulla panchina dell'Inter lasciata un anno prima da Mancini che nello stesso anno va allo Zenit.
In nerazzurro non riesce a far bene e dopo l'esonero nel 2019 decide di fermarsi. Rimane ai margini ben due anni, poi accetta l'offerta del Napoli. Al primo campionato arriva terzo, il secondo lo vince ed è il primo scudetto del Napoli senza Maradona. Lascia da vincitore, vorrebbe fermarsi ancora. Ma la sua strada incrocia ancora quella di Mancini, stavolta in azzurro.
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