Nave migranti, la Cigala Fulgosi a Genova: pullman partiti verso il Lazio
di Fabio Canessa
7 min, 18 sec
I minori non accompagnati restano in città. Salvini: "Grazie ai vescovi". Pd-Ras: "Toti e Bucci assenti"
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Sono tutti sbarcati i migranti trasportati a Genova dal pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi, arrivato alle 8.30 a Calata Bettolodopo aver soccorso in mare cento persone giovedì al largo della Libia. Il corridoio umanitario si è attestato in Liguria su disposizione del ministero dell'Interno. Solo una piccola parte è destinata a passare le prossime ore in città. Il pattugliatore ha poi ripreso il mare in serata.
Tra loro ci sono 23 minori e 17 donne: tra queste sei sono incinte e una è al settimo mese di gravidanza. Sono stati i primi a scendere dalla nave. Le loro condizioni in generale sono buone. Segnalati alcuni casi di scabbia, almeno 6-7 secondo la Protezione civile. Complessivamente sono una ventina le persone che hanno avuto bisogno di assistenza medica e sono state portate in ospedale.
I migranti arrivano da Libia, Camerun, Somalia, Costa d'Avorio, Nigeria e Mali. Alcuni sono stati portati in ospedale per accertamenti. Sei donne sono in gravidanza. Una bambina ha riportato una ustione di primo grado a causa della prolungata esposizione al sole. A bordo è stato fatto un primo controllo sanitario, poi è salito il personale della polizia per indagini preliminari sulla possibile presenza di scafisti.
I primi migranti sono sbarcati alle 10 e alle 14 le operazioni si sono concluse. "Ci sono anche minori non accompagnati, per fortuna molto pochi, da indicazioni del Viminale potrebbero fermarsi qui a Genova", spiega sul posto Sergio Gambino, consigliere delegato alla protezione civile del Comune di Genova.
Per la maggior parte i migranti hanno lasciato Genova a bordo di un pullman: 50 persone, tutti uomini, dirette in una struttura della Cei nel Lazio. Al momento, nel capoluogo ligure restano 11 minori non accompagnati più una donna ricoverata in ospedale col suo bambino. "Ci sono circa dieci nuclei familiari che non verranno divisi e saranno trasferiti fuori Genova", spiegano fonti della Prefettura.
"Ci hanno raccontato le sofferenze indicibili di due giorni in mare e sembra che ci siano stati dei morti tra i compagni di viaggio", ha detto Paolo Cremonesi, direttore del pronto soccorso dell'ospedale Galliera, che ha coordinato l'assistenza medica sottobordo. Sul posto sono stati chiamati anche degli psicologi.
Il ministro Salvini ha confermato che "nessuno dei migranti arrivati oggi a Genova con la nave della Marina militare sarà a carico dei contribuenti italiani". E ha aggiunto: "Ringrazio i vescovi italiani per la solidarietà concreta dimostrata". Il Vaticano si farà carico di una parte dei cento migranti soccorsi.
Un presidio pro accoglienza di è riunito in mattinata al Terminal Traghetti. Poi un corteo è partito verso la Lanterna con centinaia di manifestanti che hanno protestato contro il ministro Salvini per aver messo a rischio la vita dei migranti portandoli nel porto più lontano.
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Il corteo si è attestato al varco di via Albertazzi, di fatto bloccando l'accesso al porto per alcuni minuti prima di tornare al Terminal Traghetti.
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Dalle 6 era stata allestita a Calata Bettolo una struttura mobile per screening sanitari e l'identificazione delle persone. Una macchina organizzativa che impegna 140 persone. Il prefetto Fiamma Spena aveva precisato che le persone saranno accompagnate in quelle che saranno destinazioni comunque provvisorie, non escludendo che per un breve periodo, e quindi in via provvisoria, qualcuno dei profughi possa restare in Liguria. "Il Ministero - ha detto il prefetto - ha stabilito che dopo sarà fatto un piano definitivo".
LA POLEMICA
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"Siamo sconcertati che il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, nel loro ruolo di rappresentanti delle comunità ligure e genovese, non fossero presenti questa mattina a dare il benvenuto a queste persone, perché prima delle opinioni politiche viene l'umanità e consideriamo doveroso che chi riveste importanti ruoli istituzionali porga il suo saluto e accolga, idealmente in nome della comunità che rappresenta, chi scappa da guerre, persecuzioni, carestie".
Lo affermano Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria, Gianni Pastorino, capogruppo Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria in Regione, e Pippo Rossetti, consigliere regionale Pd che hanno potuto avvicinarsi alla nave apprendendo, tra l'altro che quattro minori non sono accompagnati.
"Apprendiamo che Toti si è affrettato a dire che queste persone non rimarranno a lungo in Liguria, un'affermazione che poteva francamente evitare perché il primo sentimento non deve essere quello di allontanarli ma di aiutare chi è in condizioni di sofferenza e disagio. Prima di tutto viene il rispetto per le persone umane", dicono Lunardon, Rossetti e Pastorino.
"La Regione Liguria è presente a Calata Bettolo con gli uomini della protezione civile e la struttura di accoglienza". Lo ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti intercettato da Telenord durante le visite dei cittadini nel palazzo della regione Liguria di piazza De Ferrari. Il governatore ha poi aggiunto: "Accogliere i migranti? Noi lo stiamo già facendo prendendoci carico delle donne e i bambini che sono stati trasportati in ospedale perché bisognosi di cure. Se siamo disposti a ospitarli? Questa decisione spetta al Ministero degli Interni che già detto che i migranti saranno ospitati dal Vaticano e da alcuni paesi europei" Toti ha risposto anche a chi sui social lo ha accusato di non essere andato di persona ad accogliere i 100 migranti sbarcati in porto: "Ribadisco, lì ci sono i miei uomini e ritengo inutile fare delle passerelle".
Dalle 9.30 al Terminal Traghetti era stato convocato da Arci, Mediterranea, Cgil e altre organizzazioni un presidio per ribadire che Genova è una città accogliente. "Stigmatizziamo la scelta del Governo di violare apertamente il diritto internazionale che impone di portare i naufraghi soccorsi nel porto sicuro più vicino e il più rapidamente possibile. Evidentemente la scelta di Genova, porto lontanissimo dal punto di soccorso è dettata solo da meri calcoli politici e propagandistici: prendere tempo per ricollocare le persone - si legge in una nota congiunta - il Governo 'gioca' con la vita della persone. Comunque c'è un aspetto positivo: la conferma che i porti italiani siano aperti a tutte le persone".
Sabato i portuali della Compagnia unica (Culmv) di Genova avevano fissato alla Lanterna uno striscione con scritto 'Benvenuti' in previsione dell'arrivo del pattugliatore. Lo striscione è stato poi rimosso su intervento della direzione del MuMa, che gestisce il faro, perché non autorizzato.
Le operazioni mediche, nella struttura allestita per le visite e le identificazioni a Calata Bettolo, sono state gestite dal personale Usmaf (Ufficio di sanità marittima e di frontiera) del ministero della Salute, che sarà supportato da due medici della Asl3 di Genova, dal primario del Pronto soccorso dell'ospedale Galliera Paolo Cremonesi, da un medico e un infermiere dell'ospedale pediatrico Gaslini.
LA TESTIMONIANZA DEL COMANDANTE
Nave Fulgosi ha raggiunto i 100 profughi sul gommone, al largo delle coste della Libia, con mare forza 3. "Loro erano già fermi alla deriva. Ci siamo preoccupati di impostare un intervento rapido anche perché le condizioni meteo stavano peggiorando". Lo ha detto il capitano di fregata Michele Fabiano, comandante della Cigala Fulgosi che ha salvato i profughi e li ha portati poi nel porto di Genova.
"Anche noi eravamo al limite - ha detto - ma ce l'abbiamo fatta e siamo riusciti a portare a bordo tutti. Una volta avuti tutti a bordo la parte a mare del soccorso è terminata e ci siamo preoccupati di verificare le loro condizioni di salute prima di iniziare il trasferimento verso il place of safety di Genova". Fabiano ha detto di non sapere di persone decedute: "Ci dispiace se c'è stato un decesso durante la traversata, ma quando siamo arrivati noi c'erano solo loro a bordo e li abbiamo salvati tutti. Neanche nei due giorni che hanno trascorso a bordo abbiamo avuto indicazioni dai naufraghi che ci fosse stato un decesso durante i giorni precedenti il nostro arrivo".
"Abbiamo ricevuto, strada facendo, un po' di supporto. Abbiamo imbarcato il rinforzo per il team sanitario a bordo e ricevuto dalla Marina Militare anche viveri e altro materiale che poteva essere necessario per affrontare in tranquillità questi due giorni. Come uomini di mare, come diritto internazionale, se troviamo qualcuno in pericolo di vita lo soccorriamo. È anche un dovere morale".
C'erano "tanti bambini", alcuni "piccoli. Abbiamo cercato di familiarizzare con loro, cercando di far dimenticare le disavventure del viaggio perché avessero un po' di serenità. Abbiamo fatto fare ai bambini i giochi che fanno tutti i bimbi - ha detto Fabiano -, come il girotondo per permettere almeno ai bambini di divertirsi nonostante le difficoltà linguistiche".
Fabiano ha detto di non aver ricevuto richieste particolari: "abbiamo cercato di rispondere a tutte le loro esigenze come farmaci, assistenza alle donne in gravidanza, pasti e abiti puliti e asciutti. Si sono imbarcati che erano completamente bagnati. I bambini avevano freddo ma li abbiamo assistiti". Il comandante ha voluto ringraziare la dottoressa di bordo "che se ne è occupata alla grande e ha permesso loro, diciamo, di tornare alla vita".
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