Mostro di Firenze, nuove prove per riaprire il caso: ipotesi killer unico

di Emilie Lara Mougenot

1 min, 23 sec

Gli avvocati di Paolo Vanni, Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, presentano nuove evidenze per escludere il postino dalle responsabilità. Dubbi su depistaggi e testimonianze

Mostro di Firenze, nuove prove per riaprire il caso: ipotesi killer unico

Nuove prove potrebbero riscrivere la storia giudiziaria del Mostro di Firenze, uno dei casi di cronaca nera più noti e controversi in Italia. Secondo gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, difensori di Paolo Vanni, nipote di Mario Vanni, i delitti sarebbero opera di un unico serial killer e non coinvolgerebbero il postino di San Casciano, morto nel 2009. Questa mattina i legali hanno depositato un corposo dossier per chiedere la riapertura delle indagini.

Testimonianze inedite - Tra i nuovi elementi presentati, figurano due testimonianze mai considerate durante i precedenti processi, che metterebbero in dubbio la presenza di Giancarlo Lotti sul luogo di due delitti chiave: quello di Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili a Scopeti nel 1985 e un altro attribuito al Mostro. Le dichiarazioni di Lotti, utilizzate per condannare Vanni, vengono definite inattendibili dagli avvocati.

Analisi scientifiche - Un punto centrale della richiesta riguarda le conclusioni di uno studio scientifico condotto sui cadaveri delle vittime di Scopeti. Secondo gli esperti, l’effetto serra della tenda non avrebbe accelerato la decomposizione dei corpi di Mauriot e Kraveichvili come sostenuto dalla sentenza. Le larve ritrovate indicano che l’omicidio sarebbe avvenuto due giorni prima della data ufficiale.

Possibili depistaggi - Gli avvocati hanno inoltre sottolineato la possibilità di depistaggi negli anni ’80 da parte degli stessi inquirenti. “Non sta a noi indicare il colpevole – hanno dichiarato – ma il suo nome è già nelle carte delle vecchie indagini”.

Prossimi sviluppi - La Corte d’Appello ha chiesto gli atti ai colleghi toscani e nei prossimi giorni deciderà se ammettere la richiesta di riapertura. In caso positivo, verrà fissata una nuova udienza.

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