Mostro di Firenze, chiesta revisione del processo per Mario Vanni
di Emilie Lara Mougenot
A Genova la revisione della sentenza, nuove prove scientifiche e testimonianze potrebbero rimettere in discussione le condanne dei “compagni di merende”
Depositata alla Corte d’Appello una richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, uno dei cosiddetti “compagni di merende” ritenuti responsabili dei duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. Gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, che rappresentano il nipote dell’ex postino di San Casciano, Paolo Vanni, hanno annunciato che la domanda si basa su nuove prove scientifiche e due testimonianze inedite.
Le nuove prove – Al centro della richiesta c’è una consulenza entomologica che anticiperebbe di 48 ore la data del delitto di Scopeti, avvenuto nel settembre 1985. Secondo gli avvocati, l’omicidio della coppia francese Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot sarebbe avvenuto due giorni prima rispetto alla data indicata nella sentenza, contraddicendo così le dichiarazioni di Giancarlo Lotti, il pentito condannato insieme a Vanni. “Questo dato scientifico – spiegano i legali – dimostra che Lotti non era presente sulla scena del crimine e smonta l’accusa contro Vanni”.
Il delitto di Scopeti – I corpi della coppia vennero trovati senza vita nella tenda dove campeggiavano, nelle campagne fiorentine. Nuovi studi scientifici condotti sui resti e sull’ambiente circostante suggeriscono una diversa dinamica temporale. “È una battaglia per la giustizia – ha dichiarato Biscotti – e la scienza può far emergere verità che un tempo erano inaccessibili”.
Testimonianze inedite – Oltre alla consulenza scientifica, sono emerse due testimonianze che non sarebbero state valutate nel corso del processo e che potrebbero ulteriormente smentire il coinvolgimento di Vanni e mettere in discussione la presenza di Lotti sul luogo del crimine. Questi elementi, secondo i legali, avvalorano l’ipotesi che Mario Vanni fosse estraneo ai fatti per cui fu condannato.
Le condanne – Mario Vanni e Giancarlo Lotti furono condannati nel processo bis per quattro duplici delitti avvenuti tra il 1982 e il 1985, inclusi quelli di Montespertoli, Giogoli, Vicchio e Scopeti. Nonostante il procuratore generale Daniele Propato avesse richiesto l’assoluzione di Vanni, nel 1999 l’uomo fu condannato all’ergastolo, mentre Lotti ricevette una pena di 26 anni. Le sentenze furono confermate dalla Cassazione nel 2000.
Dichiarazioni personali – Paolo Vanni, nipote di Mario, ha espresso dubbi sulla colpevolezza dello zio: “Mio zio era una persona docile, incapace di simili delitti. In paese lo chiamavano ‘il torsolo’ per indicare qualcuno di semplice. Non ho mai creduto alla sua colpevolezza, e credo che il Mostro possa essere ancora vivo”.
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