Morto nei laghetti di Nervi: Alacqua stroncato da un malore improvviso

di Redazione

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L'esito dell'autopsia: il 56enne era deceduto da almeno due giorni

Morto nei laghetti di Nervi: Alacqua stroncato da un malore improvviso
É morto per un malore, forse stroncato da un infarto, Emanuele Alacqua il 56enne trovato senza vita sabato scorso nei laghetti di Nervi. Lo ha stabilito l'autopsia svolta stamane dal medico legale Luca Vallega che ha constatato sul corpo alcuni segni che evidenziano come il decesso potrebbe essere stato causato da un malessere improvviso, forse di tipo cardiaco. Dalle condizioni del cadavere, in avanzato stato di decomposizione, si ipotizza che la morte potrebbe essere avvenuta fra i due o tre giorni prima del rinvenimento del corpo. Sul cadavere non sono state trovate ferite o contusioni compatibili con un'aggressione. Chiarito dai poliziotti della squadra mobile diretti dal vice dirigente Alessandro Carmeli e coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Longo anche il piccolo mistero della presunta sparizione dello zaino: l'uomo, come racconta l'amico di Nervi che ha lanciato l'allarme e ha riconosciuto in cadavere, nelle sue passeggiate quotidiane nel verde non aveva l'abitudine di portare lo zaino. Emanuele inoltre spesso faceva a meno di portare anche il cellulare e il portafoglio, che infatti gli inquirenti hanno rinvenuto nella sua abitazione di viale Primavera, a Quinto, dove hanno svolto un sopralluogo insieme al proprietario dell'appartamento. Alacqua era una persona assai riservata e non frequentava molte persone. Il cinquantenne amava passeggiare nella natura dove si recava per rilassarsi e anche per cercare erbette, di cui era un esperto, e funghi. La zona dei laghetti la conosceva molto bene perché anni fa abitava dalle parti di via del Commercio. Ex facchino, i problemi di Emanuele si erano acuiti anni fa quando aveva perso il posto di lavoro. L'amico ai poliziotti ha raccontato che stava cercando di cambiare casa per trovarne una più piccola e spendere meno di affitto. Per questo era in contatto con don Vincenzo, della parrocchia San Giuseppe e Padre Santo di via del Commercio, un prete punto di riferimento delle persone bisognose del levante della città.