Metalmeccanici, oltre 66mila infortuni l’anno: in 5 anni quasi 500 le vittime

di R.S.

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Metalmeccanici, oltre 66mila infortuni l’anno: in 5 anni quasi 500 le vittime

n media oltre 66.000 infortuni l’anno e 490 vittime nei cinque anni tra il 2019 e il 2023. È il bilancio preoccupante che emerge dal Rapporto su infortuni e malattie professionali del settore metalmeccanico, realizzato dallo studio Micocci & Partners con il finanziamento di Pmi Salute, presentato oggi a Roma.

Il documento analizza l’andamento degli infortuni nel comparto metalmeccanico, uno dei più rilevanti dell’industria italiana, mettendo in luce forti disuguaglianze territoriali e una situazione ancora critica in termini di sicurezza sul lavoro.

Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna ai vertici per numero di incidenti - La Lombardia guida la classifica nazionale con il 24,9% degli infortuni totali, seguita da Veneto (19,1%) ed Emilia-Romagna (18,6%). Numeri più contenuti arrivano da regioni come Valle d'Aosta (0,1%), Molise (0,2%) e Calabria (0,3%).

Tuttavia, se si considera il numero di addetti per regione, cambiano le proporzioni: in termini di incidenza sul totale dei lavoratori, il primato va al Veneto (18,6%), seguito da Emilia-Romagna (17,9%) e Trentino-Alto Adige (17,0%). Le incidenze più basse si registrano invece in Campania (3,4%) e Lazio (2,1%), con una media nazionale dell’11,3%.

Quasi 500 morti in cinque anni - Il dato forse più allarmante riguarda gli infortuni con esito mortale: ben 490 tra il 2019 e il 2023. Lombardia ancora in cima alla lista con 115 decessi, seguita da Veneto (69), Emilia-Romagna (65) e Piemonte (54). Le regioni con il numero più basso sono Sardegna (4), Molise (4) e Calabria (7).

Età media 40 anni, pochi gli infortuni femminili - La gran parte degli infortunati sono uomini: 217.923 i casi contro i 19.665 delle donne. L’età media degli infortunati è di 40,8 anni. Per quanto riguarda la nazionalità, circa il 75% dei lavoratori coinvolti è italiano, mentre tra gli stranieri le comunità più colpite sono quelle provenienti da Marocco, Romania e Albania. Pakistan, India e Bangladesh insieme rappresentano circa il 3% degli infortuni registrati.

Un settore ad alto rischio - I numeri confermano la pericolosità del lavoro metalmeccanico e la necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e formazione, soprattutto nelle aree più esposte. Secondo i promotori dello studio, “serve un rinnovato impegno condiviso tra imprese, istituzioni e sindacati per costruire un ambiente di lavoro più sicuro, tutelando la salute dei lavoratori in uno dei settori chiave dell’economia italiana”.

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