Mattioli: "Cold ironing? È una strada, ma il governo calmieri i prezzi"

di Edoardo Cozza

Il presidente di Confitarma: "Nel nord Europa ci sono state sovvenzioni per refitting e differenziale delle tariffe: così si è reso neutro l'effetto economico"

L'obiettivo è quello dell'impatto zero: anche i porti si dovranno adeguare e lo stanno già facendo. A Genova la strada maestra sembra essere quella dell'elettrificazione delle banchine, per cui sono già stati stanziati fondi per i terminal crociere. Abbiamo raccolto il parere di Mario Mattioli, presidente di Confitarma: "Certamente è una strada importante verso l'impatto zero, così come sono importante le strade del gnl che è meno impattante e degli scrubber o le batterie che si utilizzano al posto dei motori in porto. La fase della transizione ecologica, comunque, prenderà anni per arrivare alla completa decarbonizzazione. Ovviamente sappiamo che il governo ha stanziato fondi importanti per il cold ironing, ma non devono essere gestiti a pioggia sui vari porti, ma si deve fare un ragionamento serio sugli scali che per natura e traffico abbiano più toccate: usiamo i fondi sui porti dove ci può essere un impatto forte. Nei porti principali, poi, servirà una quantità di energia importante, quindi ci sarà bisogno di interventi infrastrutturali per portarvi l'energia e utilizzarla".

Vi sono altri temi sul tavolo: "Il costo dell'energia, perché l'utilizzo dell'elettricità è molto più oneroso di altri carburanti: serve calmierare i prezzi. E poi come produrla? Se viene prodotta ancora coi carbranti fossili il problema non lo risolviamo, ma lo spostiamo dal porto alle centrali di produzione". 

All'estero come si sono adeguati? "Alcune realtà nord-europee che già hanno il cold ironing si sono mosse per tempo: il refitting è stato sovvenzianato, poi sono stati stanziati incentivi anche per sostenere il  differenziale di prezzo: hanno reso neutro l'effetto economico e a quel punto scatta l'obbligo, così è processo virtuoso"