Liguria, salario minimo legale regionale: M5S presenta proposta di legge

di Redazione

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Stefano Giordano: "È il momento di investire nel welfare e nel benessere di ogni singolo cittadino, e non nella folle corsa al riarmo”

Liguria, salario minimo legale regionale: M5S presenta proposta di legge

Mentre in Italia si dibatte sul salario minimo legale, il MoVimento 5 Stelle Liguria decide di intervenire a livello regionale. Lo fa attraverso una proposta di legge presentata dal capogruppo consiliare Stefano Giordano, con l’obiettivo di garantire un trattamento economico minimo e dignitoso per tutti i lavoratori della regione.

Giordano denuncia il ritardo dell’Italia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, dove il salario minimo è già realtà in 22 Stati su 27. Secondo il consigliere pentastellato, le responsabilità sono da attribuire sia al Governo Meloni che all’ex premier Draghi, accusato di aver cancellato il salario minimo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’assenza di una soglia minima retributiva, sottolinea Giordano, espone i lavoratori italiani a stipendi inadeguati e alimenta la cosiddetta “contrattazione malata”, un sistema in cui le condizioni di lavoro vengono spesso negoziate a scapito dei lavoratori, favorendo il mantenimento e l’aggravarsi delle disuguaglianze salariali.

La proposta di legge presentata in Regione Liguria punta a introdurre un salario minimo legale di almeno 9 euro lordi l’ora. Oltre a tutelare i lavoratori, l’iniziativa mira a salvaguardare la qualità del lavoro, promuovere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e contrastare il fenomeno del dumping contrattuale. Un altro obiettivo importante è garantire stabilità occupazionale all’interno dei contratti pubblici di appalto e concessione che vengono eseguiti sul territorio regionale.

Accanto a queste tutele, la proposta prevede anche elementi premiali per i datori di lavoro e per gli operatori economici che si distinguono per il miglioramento della qualità e del benessere nei luoghi di lavoro.  “Oggi più che mai – conclude Giordano – i decisori politici devono stare dalla parte giusta, quella di chi lavora ma resta povero. È arrivato il momento di investire nel welfare e nel benessere di ogni singolo cittadino, e non nella folle corsa al riarmo”.

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