Liguria, no vax come "V per vendetta" per sabotare la campagna vaccinale
di Alessandro Bacci
I "guerrieri", inoltre, tramite account falsi creavano post denigratori e prendevano di mira in particolare politici, infettivologi e giornalisti
Per entrare nell'associazione No vax scoperta dalla polizia postale di Genova, gli affiliati venivano sottoposti a specifici programmi di reclutamento e addestramento. Gli organizzatori agganciavano prima su Facebook gli utenti no vax e poi li invitavano su canali Telegram dove venivano mandati video su come organizzare azioni di sabotaggio o danneggiamenti senza essere scoperti. E' quanto emerge dall'indagine che ha portato alla perquisizione di 29 persone appartenenti a gruppi No Vax - No Green pass. I proseliti, chiamati 'guerrieri', dovevano compiere azioni di vandalismo contro i centri vaccinali, sabotare la campagna vaccinale e pubblicare, in maniera coordinata e ad orari prestabiliti, tramite account falsi, post denigratori che prendevano di mira in particolare politici, infettivologi e giornalisti. Specifici programmi di reclutamento erano stati previsti per i no vax appartenenti alle categorie dei sanitari, degli insegnanti e degli appartenenti alle forze dell'ordine. L'inchiesta era partita la scorsa estate e tra le persone finite nel mirino dei gruppi c'erano anche il presidente della Regione Giovanni Toti e l'infettivologo Matteo Bassetti.
La procura di Genova ha contestato anche il reato di costituzione e partecipazione ad associazione segreta, stabilito dalla legge 17 del 1982, nata dopo l'inchiesta sulla Loggia di Licio Gelli, ai no vax perquisiti oggi. Il gruppo scoperto dalla Dda e dalla polizia postale voleva sabotare servizi pubblici essenziali di interesse nazionale come la campagna vaccinale di luglio. Gli organizzatori avevano spinto gli adepti a iscriversi in massa alla vaccinazione per poi disdire all'ultimo minuto creando disagi.
L'organizzazione No vax scoperta dalla polizia postale della Liguria ha un simbolo formato da una doppia V racchiusa da un cerchio di colore rosso, con ogni probabilità ispirato al film V per vendetta. I proseliti prendevano il nome di Guerrieri ViVi e ricevevano un numero di matricola. Il coordinamento delle azioni di sabotaggio e disturbo si svolgeva attraverso canali Telegram segreti secondo quanto è emerso dalle indagini. Una volta entrati nelle chat di reclutamento, gli aspiranti guerrieri dovevano ascoltare una serie di audio, registrati da una voce contraffatta. Le registrazioni parlavano dell'instaurazione di un nuovo ordine mondiale, governato da intelligenze artificiali e si ipotizzavano parallelismi tra il regime nazista e l'attuale situazione di emergenza. Finito il percorso di formazione, l'aspirante guerriero doveva superare un esame e veniva guidato da un tutor per la realizzazione delle prime operazioni.
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