Le attese di Genova per il dopo Quirinale

di Paolo Lingua

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Le attese di Genova per il dopo Quirinale

Non sappiamo ancora, al di là di chi sarà eletto al Quirinale, quale sarà la so0rte del futuro governo e quali effetti diretti e indiretti potranno avere le scelte strategiche di economia di  in vestimenti sui territori. Genova e la Liguria sono uno dei settori più delicati e strategici, in particolare perché il territorio è di fatto la capitale nazionale dello shipping e  dei trasporti marittimi che, al di là di qualche stop frutto della pandemia mondiale, sono una delle chiavi strategiche della ripresa che tutti auspicano. Le ipotesi alternative sull’immediato futuro sono complesse. Il sogno di tutti gli opratori e d’una larga parte del mondo politico è che, in un modo o nell’altro, resto eguale l’attuale assetto dell’esecutivo con alla testa sempre Mario Draghi.

L’attuale premier è ritenuto l’interlocutore privilegiato e apprezzato a livello internazionale e in particolare della UE. Draghi ha individuato i passaggi necessari per recuperare i finanziamenti predisposti a livello europeo, in parte prestiti in parte fondi senza restituzione, per raggiungere determinati obiettivi. Ma torniamo al “caso Genova”. Fissando gli obiettivi sui temi strategici di maggiore importanza, si attedono i finanziamenti diretti e indiretti sull’opera di maggior peso intorno alla quale si discute da più di quindici anni, secondo un costume purtroppo diffuso da sempre a Genova, vale a dire lo spostamento a mare della diga foranea. La vecchia diga ha un secolo di vita. Oggi è necessario lo spostamento a mare e il dragaggio dei fondali per con sentire l’approdo e l’attracco delle navi – non solo le mega-città naviganti delle flotte crocieristiche – mercantili e in particolare portacontainer.

Ci sono mercanti che possono assorbire, in Italia e in Europa, una percentuale assai maggiore, in crescendo, di merci e occorre un potenziale di carico e scarico adeguato ai nuovi mercati. Ora il progetto è stato disegnato e sostanzialmente approvato in tutte le sue linee essenziali, sia pure superando non poche discussioni e obiezioni (in particolare sui passaggi, perché c’era chi ne voleva addirittura due, sui due lati dello scalo : tesi non del tutto priva di fondamento). Ma, come sempre accade, si è in attesa della bandierina del via al lavori che, per forza di cose, finiranno di volgere di alcuni anni, inseguendo, come sempre accade, l’evoluzione dei traffici.

Ora, dopo un dibattito ancora del tutto aperto, sono sorte nuove perplessità. L’Autorità Portuale, d’accordo con il Comune, ha “quasi” deciso lo spostamento a Ponte Somalia dei depositi petrolchimici delle società Superba e Carmagnani, da oltre settant’anni insediate a Multedo. Ovviamente pè in corso una dura polemica con il municipio e con la popolazione di Sampierdarena e, in particolare da parte dell’opposizione di sinistra in Comune, oltre che di gruppi imprenditoriali, si annun ciano ricorsi a tutti livelli. Ma è emersa un complessa problematica che riguarderebbe il traffico tra la nuova diga e gli approdi petrolchimici. Sono mantenute le regole di sicurezza? Non ci sono percoli? Ecco emergere nuove problematiche.

Un’altra grande opera che attende da anni e anni la sua soluzione, è il cosiddetto “ribaltamento a mare” da parte della Fincantieri, nella zona di Ponente dello scalo. L’intervento è a sua volta di grande importanza, anche perché la Fincantieri, sotto la guida  dell’ad Bono, ha conseguito in questi anni una serie di successi ed è in crescita assoluta, ha anche un potenziale di commesse per la costruzione di nuove navi che non inplica solo gli altri cantieri italiani ma ha la necessità anche d’una niova struttura a Genova, tenuto conto dell’alto livello della mano d’opera locale e della qualità dei prodotti.

Accanto agli interventi portuali, superando possibilmente, una vicenda pluridecennale di veti incrociati, restano., al di là dello scalo non pochi interrogativi. E uno, in particolare, incuriosisce: chi parla più della Gronda del raddoppio autostradale di Genova? Eppure diversi governi, compreso quello precedente, avevano già annunciato che erano pronti progetti e ricordare che della Gronda si era già discusso alla metà degli anni Novanta del secolo scorso. Ma anche questo è uno dei tanti misteri. Ma è soprattutto importante, nella vicenda complessa del Quirinale, capire cosa accadrà del governo perché dal governo dipende il decollo di infiniti propgetti, quelli fondamentali per la ripresa che tutti aspettano.