Lanna, giusto denunciare: la Samp è nel mirino. Ma ora è una squadra

di Claudio Mangini

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Lanna, giusto denunciare: la Samp è nel mirino. Ma ora è una squadra

Parole pesanti, macigni. «Stasera abbiamo subito l’ennesimo torto arbitrale. Vogliamo capire cosa vogliono fare con noi. Se vogliono mandarci in serie B, lo dicano e agiremo di conseguenza». Marco Lanna dà un calcio – condivisibilissimo, anzi necessario – allo stile Sampdoria, fatto qualche volta anche di parole non dette, e dice quello che tutti i sampdoriani pensano da tempo. Una serie di errori clamorosi l’hanno frenata prima e stanno rendendo ancora più complicata, ora, la possibilità di tornare in corsa per la salvezza. Errori arbitrali, macroscopici sbagli di valutazione, fuorvianti chiamate al Var. Fin dalla prima di campionato contro l’Atalanta, gol annullato a Caputo, con l’allora tecnico sampdoriano Giampaolo, altro personaggio assai misurato con le parole, che dice: «A parti invertite, non penso avrebbero concesso il rigore». Aveva visto lontano.

Il problema, lo pensano tutti, è di scarso peso politico. «Non voglio pensare a un disegno – ha detto ancora Lanna, stravolto e arrabbiatissimo nel dopopartita di Empoli – ma sono tanti i torti subiti…». Appunto, non un disegno, ma la consapevolezza, nel prendere una decisione delicata, che la Sampdoria è una società ad alto rischio, quasi sull’orlo del fallimento, con un presidente dalla faccia pulita ma una proprietà assente e, al momento, non in grado di far fronte agli impegni non solo di prospettiva, ma immediati. E qui è inevitabile, ancora una volta, fare riferimento a Ferrero e alla Sampdoria presa in ostaggio, con potenziali acquirenti respinti o messi in condizione di abbandonare il tentativo di acquisizione della società. Ma Lanna chiede una cosa sola, che finora – in questa stagione, è stata negata: giocare sul campo ad armi pari. Al netto delle carenze, che ci sono state e ci sono, e delle sconfitte meritate. E quella di Empoli non lo è.

L’arbitro Santoro, sesta direzione in stagione, decima complessivamente in serie A, non certo un direttore di gara di esperienza, riceve la chiamata del Var e annulla per fallo di mano di Gabbiadini (il tocco c’è, la regola che ha cancellato la volontarietà è demenziale e non piace a nessuno) dimenticando (!) che sul contrasto con Luperto l’attaccante sampdoriano è in vantaggio e, nel contatto, finisce a terra. Dunque, se il gioco va interrotto è per decretare rigore a favore della Samp. E sarebbe stato il primo in stagione…

La Sampdoria il pareggio se l’era meritato sul campo. La Sampdoria del dopo Mondiale è una squadra. Modesta, ma squadra. Non ha ancora cancellato le sbavature concettuali, come il gol da calcio piazzato subito al Castellani, con Audero che sbaglia l’uscita e Colley che subisce il blocco che lascia libero Ebuhei. Però la Sampdoria è attenta e non svagata in difesa, compatta a centrocampo, filtra e cerca il fraseggio, riesce a produrre gli affondi e alcune palle buone per gli attaccanti. Ecco, qui sta il punto dolente, perché la carenza attuale della Sampdoria è l’attacco, dove Lammers è più presente dell’ultimo Caputo, lavora per la squadra ma ha un peso offensivo relativo. Gabbiadini, invece, è in crescita di condizione ma ancora con un tasso di pericolosità ed efficacia al tiro nettamente inferiore rispetto ai suoi standard.

Dejan Stankovic sta dando un’impronta antitetica rispetto al recente passato alla Sampdoria. Di squadra capace di lottare, appunto, come ad Empoli, fino all’ultimo secondo. Ma è lì, soprattutto, in attacco, che la Sampdoria con poche risorse deve cercare di rinforzare il suo peso. Con il Quagliarella di quattro o cinque anni fa, la Sampdoria oggi sarebbe molto lontana dal baratro. Ma basterebbe un attaccante da 12 gol da stagione per aiutarla nell’impresa-salvezza.

Di positivo, oltre allo spirito combattivo, alla coesione in campo e alla attuale condizione atletica, ci sono alcune note a livello individuale. Winks, nella fetta di partita in cui è stato in campo, ha fatto vedere di essere giocatore di assoluta qualità e che potrebbe essere prezioso nella seconda metà del campionato, Colley è tornato su ottimi livelli. Se non dovesse partire lasciando strada a Dragovic, il rinforzo potrebbe essere in casa.

Ovviamente, per poter sperare nella salvezza, sono indispensabile due cose: non dover giocare quasi ogni domenica anche contro il fischietto di turno e risolvere la questione societaria. La salvezza della società, scontato sottolinearlo per l’ennesima volta, è anche più importante di quella sul campo. Marco Lanna , nei giorni scorsi, aveva lanciato una sorta di appello: «C’è bisogno assolutamente di un cambio di proprietà, che spero nei prossimi giorni arrivi». Lunedì sera ha aggiunto: «In questi giorni sono in programma diversi incontri. Speriamo si possa risolvere qualcosa». E le speranze ora sono al lumicino.