La storia di Piera, invalida e da mesi in attesa di un vaccino a domicilio

di Marco Innocenti

Il racconto del marito Francesco: "Io il vaccino l'ho fatto ma lei no, nonostante il nostro medico l'abbia inserita in lista"

La storia di Piera è simile a quella di altri malati, impossibilitati a recarsi nei centri per la vaccinazione e quindi costretti ad attendere che sia il vaccino a bussare alla loro porta. Un'attesa che però, in alcuni casi, sta diventando lunghissima. A raccontarci la storia di Piera è Francesco, il marito. Lui, ottantenne, il vaccino l'ha già fatto, prima e seconda dose, "e per questo sono un po' più tranquillo - ci racconta - ma c'è comunque il timore di portare in casa il virus".

"Mia moglie nel 2013 ha avuto un tumore - dice Francesco - Oggi, anche a seguito di una caduta rovinosa avvenuta qualche anno fa, è invalida al 100% tanto che per ogni visita che deve sostenere, viene accompagnata in ambulanza perché non si può muovere. Vista la sua condizione, il nostro medico di famiglia l'ha segnalata alla Asl ma da allora, era marzo, non abbiamo avuto nessuna risposta. Io ho tentato spesso di mettermi in contatto telefonicamente ma la risposta è sempre la stessa: chiami più tardi, adesso tutti i nostri operatori sono occupati. Ma è sempre stato inutile. Abbiamo provato anche a sollecitare attraverso il nostro medico ma anche lui ci ha risposto che lui la segnalazione l'aveva fatta e non ha altri mezzi per insistere con Asl".

"Nonostante decine di telefonate, la situazione non si sblocca. A casa degli invalidi come mia moglie, a fare il vaccino pare non vada nessuno" conclude Francesco.