La classe di Quagliarella si riaccende. Ma il merito non è solo suo

di Claudio Mangini

2 min, 36 sec

Il vero Fabio è tornato, può arrivare a 40 anni in campo. Giampaolo sa come far rendere una punta, Candreva sa come trovarla in campo. Aspettando la Formica e il Gigante

La classe di Quagliarella si riaccende. Ma il merito non è solo suo

Rieccolo. Finalmente, verrebbe da dire. Fabio Quagliarella, a 39 anni e tre settimane (pardon, 19 giorni sabato scorso) è tornato con due gol dei suoi, quelli in cui la linearità d’esecuzione fa apparire
facile il difficile, trasforma il complicato in apparentemente semplice. Si chiama classe.

Non poteva essersi spento così, dopo una stagione come quella passata, come quando in casa accendi il phon, il forno e la lavatrice e – clic! – resti al buio. L’età c’è, certo, ma questo del ritorno al gol non è un miracolo, la luce che torna e nemmeno si capisce il perché.
Ci sono spiegazioni concrete, oggettive, laiche. Razionali. A 39 anni non puoi avere la freschezza dei 25 anni o la sintesi di maturità e condizione dei 30. Neanche se ti gestisci con l’attenzione e il rispetto per la professione che Fabio Quagliarella ha. A 39 anni giochi, se giochi ancora, grazie al tuo talento, alla capacità di conservarti e al mestiere. Ma se sei un canotto in mezzo a un mare agitato non fai vita.
Il gioco di Giampaolo aiuta chi di mestiere fa l’attaccante e lo fa alla Quagliarella. Se hai un trequartista che ti assiste da vicino, oltre a uno come Candreva, che sa fare tutto, che ti cerca e ti trova, la vita cambia. Aggiungi che c’è un momento in cui la condizione raggiunge un livello ottimale. In più, ora, è migliorato anche il dialogo in campo con Caputo.

La Sampdoria, per il finale di campionato, ha un Quagliarella in più: sbloccato, liberato dai pesi. Interpretare gli sguardi, le espressioni, non è un giochino fine a se stesso. Il viso incupito di Fabio, la ruga tirata sulle guance indicavano disagio. Quella ruga, da sabato scorso, prelude al sorriso. Scommettiamo che Quagliarella arriverà ad accarezzare, se non a centrare anche quest’anno la doppia
cifra? Per il futuro si vedrà, sarebbe suggestivo averlo in campo per le 40 candeline: forse e presto per pensarci, comunque deciderà lui.
Contano il presente e l’immediato futuro:   Quagliarella è tornato e saprà essere prezioso per la Sampdoria.

Intanto Falcone dà sempre più sicurezza alla squadra e Colley è rientrato in versione pilastro difensivo. L’altra buona notizia, aspettando il recupero di Sensi, è la prova di Sabiri. Capace di assumersi responsabilità e interpretare il ruolo con efficacia.
Prossimo ostacolo l’Atalanta che, tra infortuni (Muriel, Miranchuk, Zapata), squalifiche (Demiral e Djimsiti) e Champions, arriverà a lunedì prossimo (Samp senza gli squalificati Candreva e Bereszynski)
non al meglio. Potrebbe essere una gara da pareggio, come un pareggio (pochi quest’anno per la Samp) potrebbe andar bene sabato 5 a Udine, per poi tentare il colpo grosso con la Juventus a Marassi (a proposito, pubblico in crescita e tifosi in riavvicinamento alla società) e a Venezia.

Prossimo obiettivo: recuperare anche la Formica Giovinco e il Gigante Supryaga. La salvezza, con i tre punti con l’Empoli, è meno complicata ma non scontata. La Sampdoria ha bisogno anche di loro.