L'Italia si aspetta il boom delle crociere, Santi (Federagenti): "Ma non abbassiamo la guardia"
di Edoardo Cozza
Il Bel Paese leader nel Mediterraneo: totalizzerà 12,8 milioni di passeggeri movimentati con un segno ampiamente positivo rispetto al 2022 (+37%)
Il 2023, per quanto attiene i settori delle crociere e del turismo marittimo, si appresta a consacrarsi come l’anno della Blue Economy. Il Seatrade appena conclusosi a Miami ha fornito le cifre di un anno record per l’Italia, paese leader nel Mediterraneo, che totalizzerà 12,8 milioni di passeggeri movimentati con un segno ampiamente positivo rispetto al 2022 (+37%) ma anche del 2019 (+9%) e una previsione di poco meno – secondo fonte Cemar - di 5.000 toccate nave distribuite tra i 72 porti italiani interessati da questo traffico.
Anche sul fronte della grande nautica ma soprattutto dello yachting (super e mega) l’Italia sta vivendo un momento boom; con il Mediterraneo destinato già da quest’anno, e ancor di più negli anni a venire, a consolidare il suo ruolo baricentrico. Con una flotta mondiale di 5600 unità oltre i 30 metri di lunghezza, cresciuta di sei volte rispetto al 1997, in larga percentuale navigante nelle acque mediterranee, e un ulteriore exploit nelle commesse dei cantieri navali il cui portafoglio ordini oggi è pari a 668 unità (delle quali ben il 51% griffati “Made in Italy”), i territori stanno impegnandosi per realizzare un’offerta sempre più diversificata. E non a caso il 21 aprile prossimo Federagenti, riaprirà a Porto Cervo il suo osservatorio del Forum del lusso possibile.
Il tutto all’interno di un mercato turistico che - secondo Demoskopika - viaggia a tutta velocità verso i 442 milioni di presenze attese, +12% rispetto al 2022, valore record di sempre, con una spesa turistica attesa di poco sotto ai 90 milioni di euro, resa possibile anche grazie al ruolo determinante dei collegamenti via mare con traghetti e ferries.
“Ma la scommessa non è automaticamente vinta” secondo Alessandro Santi, Presidente di Federagenti, “proprio oggi l’Italia del mare non può abbassare la guardia e deve essere in grado di invertire la rotta, trovando l’antidoto per malattie croniche che si chiamano: accessibilità nautica compromessa dai mancati dragaggi dei fondali, manutenzione e infrastrutturazione di moli, regole spesso poco chiare caratterizzate da sovrapposizioni legislative e da applicazioni disomogenee”.
“Federagenti - ricorda Santi, sottolineando la presenza spesso trascurata dei componenti degli equipaggi diventati un vero asset dei territori italiani - è al lavoro da mesi sia sulla delicata questione della dichiarazione valutaria che su quella dei visti per equipaggi e lavoratori, determinanti per il blue boom italiano. Purtroppo anche in questo campo, con discussioni che procedono al rallentatore siamo arrivati all’ultima spiaggia e le prue delle 168 navi bianche che animeranno la stagione 2023 stanno già solcando le acque nazionali”.
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