Jankto, ex Sampdoria, torna in Italia al Cagliari e provoca polemica tra Abodi e la Schlein
di Stefano Rissetto
Dopo essere passato al Getafe, il centrocampista boemo aveva dichiarato la propria omosessualità
Jakub Jankto, centrocampista boemo, nel 2018 passato dall'Udinese alla Sampdoria di Ferrero per la sbalorditiva somma di 15 milioni senza contropartite tecniche, terzo giocatore blucerchiato più pagato di sempre dopo Zapata e Audero, dopo i tre anni al Doria era passato al Getafe per più realistici 3,5 milioni. Nello scorso dicembre ha dichiarato di essere omosessuale. Ora torna in Italia, al Cagliari, dove ritrova Ranieri. E involontariamente provoca una polemica politica.
Il ministro dello Sport Andrea Abodi, infatti, a proposito di Jankto e della sua dichiarazione relativa alla vita privata, ha commentato: 'Se devo essere sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono".
Sulle parole di Abodi è intervenuta Elly Schlein, segretaria del PD: "È uno dei classici argomenti omofobi, cioè fate pure quello che volete basta che non si veda perché non avete il pieno diritto di cittadinanza: sono affermazioni molto gravi, anzi chi sta nelle istituzioni sarebbe opportuno che agevolasse i coming out, soprattutto nello sport dove c'è un clima di discriminazione. È importante che le istituzioni e la politica non stigmatizzino ma anzi rafforzino e stiano al fianco di chi si dichiara. Quella del ministro Abodi è una affermazione molto grave", prosegue la Schlein, in una dichiarazione a Metropolis "non c'è nessuna ostentazione nel fatto di dichiarare quello che si è". Secondo Pina Picierno, anche lei del Pd, vicepresidente del Parlamento europeo “le affermazioni del Ministro risultano spiacevoli e inopportune, a maggior ragione perché ricopre una carica istituzionale. Purtroppo si tratta dell'ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo Governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso".
Alle parole della Schlein fanno eco quelle di Riccardo Magi, segretario di +Europa ("Capisco perché nello sport esiste ancora tanta tanta omofobia, Jankto ha detto solo di essere una persona Lgbti+. Di quale ostentazione parla Abodi? La vera domanda che dovrebbe porsi il Ministro è perché nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità Lgbti+"), Luca Pirondini capogruppo M5S in commissione Cultura al Senato ("Oggi il ministro dello sport Abodi ci fa sapere che quella del calciatore Jankto, che ha rivelato tempo fa la propria omosessualità e di voler vivere liberamente come tutti, sarebbe una 'ostentazione' che lui non ama. Da quando dichiarare il proprio orientamento sessuale significa ostentare qualcosa? Non pensa Abodi che un mondo con grandi sacche di omofobia come quello del calcio avrebbe bisogno di ben altri messaggi rispetto a questo? Ci faccia capire meglio cosa intendeva e soprattutto cerchi di mostrare rispetto per le persone come il suo ruolo da ministro gli imporrebbe"), Alessandro Zan (""Ripetiamo ancora una volta, oggi insieme al ministro dello Sport Abodi: l'orientamento sessuale non è una scelta, come non si sceglie l'etnia o qualsiasi altra condizione personale. Quindi nessuna ostentazione e nessuna scelta. Che fatica con questi...").
"A esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone - precisa Abodi -. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?'.
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