Inquinamento, verranno utilizzati anche droni e robot per rimuovere i rifiuti

di Gregorio Spigno

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Allo studio internazionale ha partecipato anche il Consiglio nazionale delle ricerche di Genova

Inquinamento, verranno utilizzati anche droni e robot per rimuovere i rifiuti

Per combattere l'inquinamento degli oceani a causa dei rifiuti marini, o "marine litter", in prevalenza di plastica, il ricorso a metodi di intelligenza artificiale, robotica, "machine learning", automazione, analisi di big data e modellistica, rappresenta il più efficace strumento di prevenzione.

Lo afferma uno studio internazionale - guidato dall'Helmholtz-Zentrum Hereon (Germania) a cui ha partecipato l'Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Consiglio nazionale delle ricerche di Genova, pubblicato sulla rivista Nature Sustainability, che ha analizzato tutte soluzioni innovative messe in campo a livello globale per prevenire, monitorare e rimuovere i rifiuti marini selezionandone 200. Lo rende noto il Cnr.

Il "marine litter" è un'emergenza globale, ricorda il Cnr: si stima che circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti sia entrata negli oceani tra il 1990 e il 2015, di cui la maggior parte sembra essere plastica. Bottiglie alla deriva, sacchetti, mascherine chirurgiche abbandonate sulle spiagge o tra le onde: sono solo alcune delle immagini che ci mostrano l'attuale contaminazione dei nostri mari e oceani.

Le soluzioni selezionate, spiega Chiara Gambardella, ricercatrice di Cnr-Ias, "prevedono l'utilizzo di droni, robot, nastri trasportatori, reti, pompe o filtri a seconda dell'area di applicazione: aree costiere, superficie del mare, fondo degli oceani. Ad oggi molti ricercatori hanno utilizzato approcci tecnologici simili, ma questo studio rivela come in futuro sarà importante ricorrere a soluzioni integrate, basate su intelligenza artificiale, robotica, automazione, machine learning, analisi di big data e modellistica".

La comunità scientifica, aggiunge, "sembra concentrare la propria ricerca principalmente sul monitoraggio dei rifiuti marini, mentre le Ong agiscono più sul fronte della prevenzione: la sinergia tra diversi promotori, invece, si focalizza principalmente sulle tecniche di rimozione". "Pochissime soluzioni sono diventate una realtà tecnologica o sono presenti sul mercato", aggiunge la ricercatrice.