Immigrazione in Italia: forza lavoro, giovani, scuola e inclusione sociale al centro del nuovo Rapporto Caritas-Migrantes

di steris

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Immigrazione in Italia: forza lavoro, giovani, scuola e inclusione sociale al centro del nuovo Rapporto Caritas-Migrantes

Nel 2025, gli stranieri residenti in Italia superano i 5,4 milioni, pari al 9,2% della popolazione. Lo evidenzia il 34° Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che analizza in profondità il contributo della popolazione migrante al tessuto economico, sociale e culturale del Paese.

Dal punto di vista economico, il mercato del lavoro italiano mostra una crescente dipendenza dalla manodopera straniera: gli occupati non italiani sono oltre 2,5 milioni, il 10,5% del totale. Le assunzioni di stranieri hanno toccato quota 2,6 milioni nel 2024, rappresentando il 25% del totale, con particolare concentrazione nel Nord Italia. Settori come industria, servizi, agricoltura e assistenza dipendono ormai in modo strutturale dalla presenza di lavoratori migranti. Tuttavia, persistono forti disuguaglianze: il tasso di disoccupazione tra i non comunitari è del 10,2% (contro il 6,1% degli italiani), e cresce il tasso di inattività.

Accanto alla forza lavoro, il Rapporto accende i riflettori sui giovani. Nelle scuole italiane, gli alunni stranieri sono 911 mila, pari all’11,5% della popolazione scolastica. La maggior parte è nata e cresciuta in Italia, ma resta priva di cittadinanza. Il documento sottolinea il loro potenziale culturale e sociale, definendoli “testimoni di speranza” e ribadendo l’importanza di politiche inclusive, investimenti nella scuola e un cambio di sguardo che li riconosca come risorsa, non come problema.

Preoccupano però segnali di disagio e marginalizzazione, in particolare tra le fasce giovanili. Il Rapporto denuncia episodi di violenza giovanile e il rischio di una narrazione mediatica distorta, che associa l’immigrazione alla criminalità. I dati delle carceri mostrano infatti che i detenuti stranieri sono il 31,8% del totale, una percentuale elevata rispetto alla popolazione, ma spiegabile con cause strutturali come disuguaglianze sociali, esclusione abitativa, accesso limitato a misure alternative e ostacoli linguistici o legali.

Sul piano culturale e religioso, la maggioranza degli stranieri in Italia si dichiara cristiana (51,7%), seguiti dai musulmani (31,1%), buddisti, induisti e altre minoranze. Gli atei e agnostici risultano in calo.

Infine, il Rapporto sottolinea l’importanza della presenza straniera per contrastare lo spopolamento nelle aree interne, mantenere attivi servizi essenziali e contribuire alla natalità: oltre il 21% dei nuovi nati ha almeno un genitore straniero.

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