Liguria, Consiglio Regionale celebra ventennale del secondo Statuto. Polemica Balleari-Natale sul numero dei consiglieri

di R.T.

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"Troppo pochi 31 consiglieri, una volta erano 40". "Proposta aberrante, si arriverebbe a 15 amministratori a fronte di un consiglio da 31"

Liguria, Consiglio Regionale celebra ventennale del secondo Statuto. Polemica Balleari-Natale sul numero dei consiglieri

Seduta solenne del Consiglio Regionale della Liguria oggi a Genova, in occasione dei festeggiamenti per i 20 anni del secondo Statuto approvato nel 2005.

A margine dell'assemblea straordinaria, il presidente del Consiglio regionale della Liguria Stefano Balleari ha dichiarato: "Credo che sarebbe opportuno aumentare il numero dei consiglieri regionali in Liguria, con soli trentuno consiglieri le varie province rischiano di essere rappresentate in modo diverso, se facciamo il rapporto tra il Consiglio comunale di Genova con quarantuno eletti con il sindaco e i trentuno della Regione Liguria, direi che non ci siamo".

"Prima della spending review del Governo Monti il numero dei consiglieri regionali in Liguria era di quaranta - ricorda Balleari - e prima erano ancora di più. Un'altra cosa assurda è stata collegare al numero degli abitanti il numero degli assessori: non è che più abitanti hai più deleghe ci devono essere, il numero delle deleghe è sempre lo stesso in tutte le Regioni italiane, cambia il numero di persone che rappresenti, ma in Liguria abbiamo assessori con quattordici deleghe".

"Lo statuto è in ottime condizioni perché è un percorso durato molti anni, ci sono voluti circa cinque anni per dare un'autonomia alle Regioni, prima lo statuto veniva scritto a livello nazionale, nel 2005 dopo un percorso durato 148 sedute di una commissione speciale è stato approvato, ricorrono i venti anni dell'autonomia e delle creazione dell'assemblea legislativa ligure - continua Balleari - Lo statuto è in ottime condizioni ma necessita di cambiamenti, abbiamo già provveduto a fare una prima modifica e siamo in seconda lettura per avviare un percorso poi seguito a livello nazionale per aumentare il numero degli assessori. Le deleghe sono talmente tante, vanno nella direzione di dare una mano ai cittadini, non creano delle poltrone, allo stato attuale spesso gli assessori non riescono ad interagire con le proprie deleghe, tra fine dicembre e inizio gennaio discuteremo l'aumento del numero degli assessori, la seconda lettura è avvenuta a metà settembre, per il deposito servono 60 giorni, sicuramente a dicembre arriverà in aula".

A tono la replica del segretario regionale dem Davide Natale: "Ho letto la proposta del presidente del consiglio regionale Balleari e la trovo aberrante. Il numero degli assessori è vincolato al numero dei consiglieri ed è di un quinto. Ciò è dovuto al fatto che ci deve essere equilibrio".

"Con la previsione del disegno di legge mai cancellata di aggiungere altri 4 sottosegretari, poi sommando anche il consigliere di supporto significherebbe arrivare a 14 più il presidente regionale in giunta a fronte di un consiglio da 31. E questo non esiste in nessuna regione del nostro paese. Solo la Lombardia ad esempio ha 4 sottosegretari ma i consiglieri sono 80 - aggiunge Natale -. Perché c'è un equilibrio pensato dal legislatore. Se fosse come dice Balleari andava fatto un ragionamento al momento dello statuto creando una commissione con esigenze e non fatta così con i piedi come annunciata".
  Un'ipotesi quella di Balleari contrastata da tutta l'opposizione che domani annuncia battaglia anche in vista delle possibili modifiche alla legge regionale sulla disciplina dell'organizzazione amministrativa e della dirigenza della Regione Liguria. "Chi più ne ha più ne metta-conclude Natale-, quando non hai un'intelligenza istituzionale fai queste battute. Le riforme istituzionali si fanno insieme e si fanno guardando le esigenze delle ente che vogliamo rappresentare e soprattutto dei cittadini che vogliamo governare parlando di regione. Si doveva fare una commissione, come è stato fatto nel passato, dove c'erano maggioranza e opposizione e dove venivano avanti le esigenze di una e le esigenze dell'altra ma soprattutto dove si lavorava nell'interesse della collettività".

Durante la seduta sono intervenuti Giancarlo Rolla, già professore ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università degli studi di Genova; Matteo Cosulich, professore ordinario di Diritto costituzionale dell’Università degli studi di Trento; Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università degli studi di Genova; Enrico Albanesi, professore associato di Diritto costituzionale dell’Università degli studi di Genova.

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