Genova, tunnel subportuale: i dubbi della Soprintendenza

di Redazione

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Le perplessità riguardano soprattutto la conservazione del patrimonio storico e paesaggistico per l'abbattimento della sopraelevata e di alcuni edifici

Genova, tunnel subportuale: i dubbi della Soprintendenza

"Troppe criticità, il progetto del tunnel subportuale di Genova va rivisto". Tutti i dubbi e le perplessità della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Genova sono stati inseriti in una relazione di sette pagine depositata presso gli uffici tecnici della Regione Liguria.
Il tunnel secondo il disegno previsto dovrebbe collegare, da maggio 2027, San Benigno alla Foce con un percorso di 4,2 chilometri dei quali 4,4 in galleria. 

I paletti che mette la Soprintenza riguardano soprattutto la conservazione del patrimonio storico e paesaggistico. Il progetto prevede infatti l'abbattimento di alcuni edifici tutelati come l'ex mercato del pesce di piazza Cavour e il Poggio della Giovine Italia a Carignano. Ma anche la Casa del 25 aprile 1945 e la vecchia Casetta  Rossa che secondo la Soprintendenza "rappresentano un importante esempio di architettura razionalista e una insostituibile testimonianza dell’identità e della storia del lavoro portuale della prima metà del XX secolo”.

Arriva quindi la richiesta ai progettisti di rivedere il percorso e rivalutare il passaggio del tunnel sotto Calata Gadda e non più sotto il quartiere del Molo.

Problemi evidenziati anche nella parte di Levante dove sono presenti altri edifici storici simboli dell'architettura del Novecento come la casa dei pescatori, la Casa del Mutilato e palazzina Labò.

La Soprintendenza rileva poi che "gli elaborati presentati non dimostrano come possa conciliarsi lo sbocco di una strada a scorrimento veloce con il progetto del Waterfront di Levante, affinché lo stesso non diventi un episodio avulso dal contesto e limitato all’area della ex Fiera".

Dubbi anche sull'abbattimento della Sopraelevata che "richiede in ogni caso, a parere della scrivente, una riflessione generale, considerato che si tratta della prima strada urbana sopraelevata realizzata in Italia e di un'opera che caratterizza l'immagine della città da quasi sessant'anni".

E infine evidenziati possibili problematiche anche nel sottosuolo. Considerato il «rischio archeologico accertato" verranno fatti accertamenti tecnici soprattuto in  Madre di Dio e viale Brigate Partigiane.