Genova, teatro: omaggio a Pasolini di Giordana e Lo Cascio, "Pa'" al Modena dal 20 al 22 marzo

di Redazione

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Dalla morte violenta del fratello partigiano all’amore assoluto per la madre, dalle passioni per calcio e cinema all'incontro con le borgate romane

Genova, teatro: omaggio a Pasolini di Giordana e Lo Cascio, "Pa'" al Modena dal 20 al 22 marzo

È una sorta di autobiografia in versi quella che due protagonisti del teatro e del grande schermo come Marco Tullio Giordana e Luigi Lo Cascio dedicano a Pier Paolo Pasolini nello spettacolo Pa’ che va in scena dal 20 al 22 marzo al Teatro Gustavo Modena.

Un allestimento in cui si ricompone il sodalizio che ha scritto capitoli fondamentali del cinema italiano quali I cento passi e La meglio gioventù (titolo pasoliniano) e che nasce per celebrare i cento anni dalla nascita di uno degli intellettuali più incisivi e versatili del Novecento.

La scena, ideata da Giovanni Carluccio, è costituita da un grande prato verde illuminato da piccole luci. Qui, tra oggetti di vita quotidiana che si accumulano formando una sorta di discarica sospesa, si snoda la vicenda umana di Pasolini, a partire dalla sua tanto vasta quanto meno nota produzione poetica.

Un viaggio che non segue coordinate cronologiche ma che, stazione dopo stazione, porta alla luce i lati più personali e intimi dello scrittore, attraverso eventi emotivi fondamentali nella sua vita. Dalla morte violenta del fratello partigiano all’amore assoluto per la madre, dalla passione per il gioco del calcio a quella per il cinema, fino all’incontro con le borgate romane: ogni parola pronunciata, ogni verso recitato nello spettacolo è stato scritto da Pier Paolo Pasolini.

Marco Tullio Giordana, che sulla vita del poeta di Casarsa girò il film Pasolini, un delitto italiano scrive: "Saremo in molti a chiederci, anche dopo il centenario, quanto attuale rimarrà Pasolini, cosa di lui sarà ancora vivo e cosa ingiallito. Non so dare a questa domanda una risposta se non con questo spettacolo ordito insieme a Luigi Lo Cascio, da tanti anni prediletto compagno di ventura". E Luigi Lo Cascio aggiunge: "Non volevamo osservare o proporre un Pasolini politico, questa figura è già abbastanza conosciuta e consolidata nelle persone. Piuttosto, volevamo indagare un Pasolini più dubitativo, più insicuro, che si chiede se quel che ha fatto è e sarà importante o se invece sarà segnato dal fallimento".