Genova, svolta nel controllo del centro storico: maxiblitz della Polizia con arresti e denunce, ampliato ambito operativo della Locale
di Stefano Rissetto
La nuova strategia prevede una presenza fissa del corpo municipale nelle zone più critiche – Prè, Darsena e Ghetto – con pattugliamenti e interventi mirati
Proseguono i controlli straordinari nel centro storico di Genova, dopo la rimodulazione delle strategie di presidio decisa in Prefettura. La Polizia di Stato, insieme a Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Esercito e ASL3, ha messo in campo un massiccio dispiegamento di forze con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine della Liguria e del Piemonte.
L’operazione, attiva da lunedì scorso e distribuita in varie fasce orarie tra pomeriggio e notte, ha portato a 3 arresti per droga, rapina e furto con destrezza; 15 persone denunciate per reati predatori, droga, armi e altri illeciti; oltre 400 persone identificate, di cui più di 300 straniere.
Durante i controlli sono stati sequestrati 150 grammi di stupefacenti tra cocaina, crack, hashish, ecstasy, ketamina e metadone, anche grazie al fiuto delle unità cinofile, che hanno individuato diverse dosi occultate tra anfratti e impalcature nei vicoli.
Sul fronte amministrativo, sono stati ispezionati 22 esercizi commerciali e elevate sanzioni per circa 30 mila euro, con tre locali chiusi (in via Prè e salita Pollaiuoli) per gravi carenze igieniche e infestazioni di insetti. Le violazioni riscontrate riguardano anche la conservazione degli alimenti, allergeni e mancanza di acqua calda.
Sei persone sono state segnalate alla Prefettura come consumatori di droga, avviando i relativi percorsi socio-riabilitativi. L’Ufficio Immigrazione ha inoltre avviato le verifiche sui soggetti senza permesso di soggiorno. I controlli proseguiranno anche nel weekend.
Polizia Locale, cambia modello operativo - Cambia intanto il modello di presidio della Polizia Locale nel centro storico di Genova. Su indicazione della Questura e accogliendo le richieste avanzate dalla sindaca Silvia Salis durante l’ultima riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in Prefettura, i vigili non saranno più confinati a una singola area, ma potranno operare in tutto il centro storico.
La nuova strategia prevede una presenza fissa nelle zone più critiche – Prè, Darsena e Ghetto – con pattugliamenti e interventi mirati contro degrado e microcriminalità. A queste si aggiungeranno presìdi a rotazione in altre aree sensibili come Maddalena, Vigne, San Luca, Caricamento, Sottoripa, Banchi, Luccoli e tutte le zone ritenute di particolare interesse o necessità.
Durante i fine settimana, la Polizia Locale parteciperà anche ai servizi interforze nelle aree della movida, per garantire maggiore controllo e sicurezza notturna. L’impiego degli agenti sarà flessibile e adattato settimanalmente in base alle segnalazioni dei cittadini e alle priorità individuate dalla Questura.
"Ringrazio il questore Silvia Burdese e il prefetto Cinzia Torraco per aver accolto l’allarme lanciato dal Comune – ha commentato la sindaca Salis –. Dopo i sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi, era urgente intervenire nelle zone segnate da degrado, spaccio e insicurezza. Con questa nuova organizzazione vogliamo restituire dignità al nostro centro storico e renderlo un luogo sicuro, da vivere a qualsiasi ora".
Il SIAP: “Servono Osservatori nei Municipi e un nuovo modello di sicurezza” - Sul tema interviene anche il SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), attraverso il segretario provinciale Roberto Traverso, che critica l’approccio finora adottato per la sicurezza nel centro storico. «Militarizzare l’area non ha funzionato in dieci anni — afferma —, servono Osservatori Municipali collegati ai Patti per la Sicurezza Urbana previsti dal Decreto Minniti».
Secondo il sindacato, è necessario uscire dalla logica emergenziale e investire in una strategia strutturale che preveda anche il coinvolgimento della Polizia Locale nei quartieri periferici, un piano di rilancio sociale e incentivi per il commercio e le realtà territoriali. «La sicurezza non può essere governata solo dove è più visibile mediaticamente — conclude Traverso —. Servono coordinamento, risorse diffuse e presenza concreta dello Stato anche nelle periferie».
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