Genova sulla copertina di un capolavoro: 45 anni fa usciva 'Closer' dei Joy Division, con la foto della Tomba Appiani di Staglieno
di Stefano Rissetto
Il 18 agosto 1980 il gruppo di Ian Curtis, scomparso due mesi prima, pubblicava un album rimasto nella storia con un omaggio alla nostra città
Quarantacinque anni fa, il 18 luglio 1980, usciva Closer, il secondo e ultimo album dei Joy Division. Un’opera fondamentale nella storia della musica post-punk e new wave, pubblicata appena due mesi dopo la scomparsa del frontman Ian Curtis. Una pietra miliare che, nel suo dramma esistenziale e nel suo suono rarefatto e cupo, porta impresso anche un frammento di Genova: la copertina dell’album raffigura infatti la tomba Appiani, un gruppo scultoreo del celebre Cimitero Monumentale di Staglieno.
Scattata dal fotografo Bernard Pierre Wolff, l’immagine immortala l’opera dello scultore Demetrio Paernio, realizzata nel 1910 in memoria della famiglia Appiani. Il marmo bianco, le figure dolenti e la compostezza classica dell’opera evocano una bellezza decadente che rispecchia perfettamente il tono tragico e solenne del disco. Nessuno, all’epoca dello scatto, poteva immaginare che quello sarebbe diventato il volto visivo di uno degli album più iconici della musica alternativa.
Closer uscì in un clima di forte impatto emotivo. La notizia della morte volontaria di Ian Curtis, avvenuta il 18 maggio dello stesso anno, aveva sconvolto la scena musicale e reso il disco un’opera postuma, intrisa di malinconia e simbolismo. Nonostante (o forse proprio grazie a) questo contesto drammatico, l’album fu accolto con entusiasmo: entrò immediatamente nelle classifiche inglesi e la critica fu unanime nel definirlo un capolavoro. Il New Musical Express lo elesse "Disco dell’anno".
I Joy Division, fedeli a un patto interno secondo il quale il gruppo si sarebbe sciolto se uno dei membri se ne fosse andato, cessarono la propria attività dopo la pubblicazione. Dalle loro ceneri nacquero i New Order, che avrebbero poi scritto un altro importante capitolo della musica britannica degli anni '80. Dieci anni fa Peter Hook, leader del gruppo superstite e quindi fondatore dei Peter Hook and the Light con cui rivisita i vecchi capolavori, visitò Staglieno (a sinistra nella foto) per confrontarsi per la prima volta con quel gruppo scultoreo rimasto legato all'album che chiudeva l'esperienza dei Joy Division.
A distanza di 45 anni, Closer resta un album da ascoltare con attenzione, quasi con rispetto. E per Genova, quella copertina continua a rappresentare un curioso e inaspettato legame con uno dei dischi più intensi e significativi della musica contemporanea.
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