Genova, rubavano con il phishing dai conti correnti: 28 truffe per 200 mila euro

di Redazione

21 persone indagate in tutta Italia, la banda di giovani rubava dai conti e investiva in lingotti d'oro, oggetti elettronici e bitcoin

Sono 28 le truffe portate a segno dall'organizzazione sgominata dai carabinieri di Genova, 28 truffe per un totale di 200 mila euro. In totale sono 21 le persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, sostituzione di persona, falsificazione di documenti e riciclaggio. Secondo quanto appurato dai militari del nucleo investigativo, coordinati dal sostituto procuratore Chiara Paolucci, il gruppo inviava messaggi o mail, che riportavano i loghi delle Poste o degli istituti di credito, con un link che consentiva l'accesso, da parte di coloro che cascavano nel tranello, delle proprie credenziali all'associazione. I truffatori usavano anche chiamate direttamente sul cellulare. A quel punto altri membri della banda, con documenti di identità falsi, andavano dai gestori telefonici e duplicavano la scheda telefonica.

Grazie alle schede nuove, i truffatori autorizzavano i prelievi dai conti e li svuotavano. Con i soldi rubati acquistavano lingotti d'oro, monete preziose, ma anche droni, gioielli, attrezzatura elettronica e bitcoin. L'attività di indagine dei carabinieri, guidati dal maggiore Francesco Filippo e dal colonnello Alberto Tersigni, è partita nel 2019. Le truffe sono state portate a segno in tutta Italia e anche in Francia. Nel corso delle perquisizioni di effettate stamani sono stati trovati 40 mila euro in contante, documenti falsi, materiale per creare documenti di identità elettronici e anche droga. In carcere sono finiti Salvatore Fasano, 51 anni, Martino Armeniaco, 23, Vincenzo Aly, 25, Raffaele Fusco, 33, Adauto Luna Rosado, 21. Ai domiciliari Karim Dib, 20 anni e Gabriel Largo Rodriguez, 21 anni.

"È una operazione difficile e complessa - ha detto il procuratore capo Francesco Cozzi durante la conferenza stampa di presentazione dell'operazione denominata 'Fortnite' - perché i truffatori sono abili e usano tecniche sofisticate. Sono reati molto odiosi perché le vittime spesso sono anziane e, in questo modo, vengono portati via i risparmi di una vita". "È importante capire - ha spiegato il maggiore Filippo - che le banche non chiedono credenziali e password via sms o mail. Quando si ricevono questi messaggi è importante denunciare subito".