Genova, lavoratori Algowatt in consiglio regionale per parlare dei problemi dell'azienda
di Redazione
Sono senza stipendio da dicembre
La rappresentanza sindacale unitaria di Algowatt, insieme a Fim Cisl e Fiom Cgil Genova, hanno avuto un incontro oggi in consiglio regionale con alcuni consiglieri, l'assessore Augusto Sartori e il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna, per parlare della difficile situazione che stanno vivendo, che pare essere insostenibile. Sono senza stipendio da dicembre e l'organico sempre più ridotto, i 63 dipendenti della società di informatica e automazione che ha sede principale a Genova, sono fortemente preoccupati per il loro futuro lavorativo. Nel corso degli anni la sensazione di incertezza ha indotto molti dipendenti, più di due terzi, a dimettersi per lavorare per altre aziende più solide. Questo ha causato una fortissima perdita di competenze tecniche e negli ultimi mesi la situazione è precipitata: la maggior parte dei lavoratori si ritrova in cassa integrazione a zero ore, mentre altri non ricevono retribuzione. Per tutte queste ragioni le organizzazioni sindacali hanno indetto due presidi di protesta dove si richiede l’intervento delle istituzioni, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori e le loro famiglie in questo periodo di grave difficoltà e con un futuro, ancora oggi, incerto.
L'azienda è attiva dal 2016, era stata acquistata dall'azienda Terni che operava per l'energia rinnovabile con i pannelli solari. All’epocan erano 300 dipendenti. Oggi l'azienda è indebitata e le condizioni di lavoro sono peggiorate. Ci sono carenze e violenze contrattuali, oltre a mancati pagamento dei fondi pensione e non solo. Questo è quello che lamentano i rappresentanti Fiom e Cgil. Oltretutto pare che l'azienda voglia mandare alcuni dipendenti in altre aziende,.
Pertanto vista la situazione, descritta in modo alquanto preoccupante, si sono rivolti ai rappresentati politici per cercare una mediazione con i commissari di Confindustria per trovare una soluzione. Seduti a una tavola hanno deliberato che verrà portato un ordine del giorno nel prossimo consiglio regionale per risolvere questa vicenda.
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