Genova, la proposta del Mei: "Grandi mani di bronzo che indichino l'Italia, per ricordare le radici dei migranti"
di Filippo Serio
Al via oggi ai lavori del convegno sull'emigrazione "Diaspore Italiane"
Grandi mani di bronzo che indicano l'Italia, simbolo della passione, degli sforzi e dei sacrifici dei tanti italiani che nel passato e ancora oggi hanno lasciato il nostro Paese. Anche a Genova verranno realizzate questo tipo di sculture, opera dell'artista Dante Mortet, inserite nel progetto artistico internazionale dell'emigrazione italiana "We Come from There".
L'idea - La proposta è stata lanciata dal presidente della Fondazione Mei Paolo Masini, durante l'avvio dei lavori per la quinta edizione del congresso internazionale 'Diaspore italiane - rappresentazione e questioni di identità' in programma fino al 7 dicembre a Genova al Museo nazionale della emigrazione italiana (Mei) e al Galata museo del mare (Mu.Ma) con protagonisti oltre 80 esperti provenienti da tutto il mondo.
"I migranti italiani sono stati e sono semi preziosi in terre generose, - sottolinea Masini - perciò vogliamo ricordarli con un progetto artistico internazionale che lanciamo oggi da Genova. Alla base delle sculture posizioneremo un Qr code dal quale si trovino le storie di coloro che in quel luogo arrivarono e che spesso hanno fatto le fortune dei Paesi all'estero".
"È una proposta che lanciamo a livello internazionale, dell'Italia ce ne occuperemo noi, collocando le mani giganti nei grandi porti di partenza: Genova, Napoli, Palermo e Trieste - spiega -. All'estero chiediamo a istituzioni, associazioni e aziende italo-discendenti di metterci del proprio e insieme realizzare una grande scultura che vuole diventare il simbolo dell'emigrazione italiana".
Il convegno - "'Diaspore italiane' è un convegno internazionale molto importante che fa il punto sull'emigrazione italiana nel mondo, numerosi direttori di museo ed esperti si riuniscono a Genova dove sorge il Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana, un punto di riferimento italiano e internazionale sull'emigrazione. - conclude Masini - Il turismo della radici sta diventando un filone molto importante per l'economia italiana, ci stiamo lavorando insieme al Ministero degli Esteri che ha lanciato la proposta, pensiamo che possa diventare una grande opportunità".
La rete - "Il Museo nazionale dell'emigrazione italiana di Genova insieme al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale è al lavoro per far nascere la Rete dei musei italiani dedicati all'emigrazione, il progetto più grande che abbiamo in cantiere nei prossimi anni" annuncia invece la co-curatrice del Mei Giorgia Barzetti
"Il congresso in corso a Genova è la quinta edizione di un'iniziativa nata nel 2018 su spinta di diversi enti che nel mondo si occupano di emigrazione italiana, il Muntref - Museo de la Inmigración di Buenos Aires, il John D. Calandra Italian American Institute - Queens College di New York e il Co.Aa.It di Melbourne, che insieme al Mei di Genova hanno deciso di dedicare degli approfondimenti alla situazione della diaspora italiana nel mondo, una diaspora che continua tutt'oggi, - evidenzia Barzetti - non esiste solo l'emigrazione storica dal nostro Paese, ma in base ai dati più aggiornati come quelli forniti dal report sugli italiani nel mondo della Fondazione Migrantes e dall'Istat, il fenomeno migratorio in uscita dall'Italia è ancora molto forte, nel corso di quest'anno si sono registrate all'Aire, l'anagrafe degli italiani all'estero, oltre 6 milioni di nostri concittadini, quindi l'Italia può a tutti gli effetti considerarsi ancora oggi un Paese di forte emigrazione".
"Genova, sede dei due principali musei italiani dedicati all'emigrazione, con il Mei nato dalla collaborazione tra Ministero della Cultura, Regione Liguria e Comune di Genova, può essere capofila nell'aggregare tutti i musei che in Italia si occupano di emigrazione, - prevede la co-curatrice del Mei - sono moltissimi i musei regionali e locali, molti dei quali sono rappresentati qui oggi".
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