Genova, il trasferimento dei depositi chimici infiamma ancora una volta il consiglio comunale

di Redazione

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Terrile, PD: "Grimaldi non potrà più attaccare a Ponte Somalia, andrà via". L'assessore Maresca: "Il sindaco fa il bene della città"

Genova, il trasferimento dei depositi chimici infiamma ancora una volta il consiglio comunale

Il trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena infimma ancora una volta il consiglio comunale di Genova. Ad accendere la miccia il capogruppo Pd Alessandro Terrile che nella sua interrogazione fa riferimento al recente annuncio, da parte dell’armatore Grimaldi, di lanciare una nuova linea passeggeri e merci tra Porto Torres e Savona, e non Genova. "Una decisione dovuta - ha spiegato Terrile -  all’autorizzazione negata da Autorità Portuale alla Grimaldi Lines che chiedeva di attraccare le navi a ponte Somalia dove, in base ai piani dell’Amministrazione, saranno dislocati i depositi chimici. Il sindaco sta facendo il presidente dell'Autorità Portuale?".
Il consigliere Terrile, parlando di “scelta scellerata” ha chiesto polemicamente se sia il sindaco a decidere sulla concessione delle aree demaniali (come risulterebbe da alcune dichiarazioni rilasciate di recente dal primo cittadino) o il presidente di Autorità Portuale.

Immediata la replica di Francesco Maresca, assessore allo Sviluppo economico portuale e logistico. "Da parte della Giunta c’è il massimo rispetto per le competenze del Sistema Portuale e di tutti gli Enti che ne fanno parte, Ministero compreso. E c’è anche rispetto per tutti gli imprenditori: siamo per la libera iniziativa economica privata in legittimità con l’ordinamento giuridico. Terrile avrebbe ragione a dire che il sindaco non decide sul porto se ci fosse ancora la legge 84, modificata dal decreto 169/2016, la legge Del Rio che ha inserito lacci e lacciuoli non rendendo libera l’Autorità Portuale di definire un pieno e autonomo sviluppo portuale. È vero che le concessioni, in linea di massima, sono slegate dal piano regolatore portuale, ma è pur vero che le concessioni fanno parte di quel disegno di sviluppo strategico e portuale che consente a tutti gli enti competenti, Comune compreso, di attuare una politica portuale in sinergia con tutti gli enti e nell’interesse del Paese. La legge, avendo tolto la rappresentanza politica dei sindaci nel comitato di gestione, non toglie però il diritto di un sindaco di dare una risposta ad un imprenditore. La decisione è stata presa pensando allo sviluppo della città e non al fine di assecondare gli interessi di un imprenditore privato”