Genova, il pm chiede l'ergastolo per Alberto Scagni: uccise la sorella Alice il 1° maggio 2022. Il padre allontanato dall'aula
di Edoardo Cozza
Secondo l'accusa l'uomo "ha agito con la piena coscienza e volontà e con lucida intenzione"
Alberto Scagni, l'uomo che ha ucciso la sorella Alice il primo maggio 2022 sotto la sua casa nel quartiere di Quinto a Genova, deve essere condannato all'ergastolo. È la richiesta fatta dal pubblico ministero Paola Crispo al termine della sua requisitoria. Scagni "ha agito con la piena coscienza e volontà, lucida intenzione di provocare la morte della vittima" ha detto il pm. Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà e dal mezzo insidioso.
Si è messo a urlare ed è stato allontanato dall'aula del tribunale di Genova Graziano Scagni, il padre di Alice, uccisa a Genova nel 2022 dal fratello Alberto. L'avvocato Andrea Vernazza, che assiste il marito della vittima, ha preso la parola prima della richiesta di ergastolo da parte del pm e durante il suo intervento Graziano Scagni ha dato in escandescenze. Il legale, che ha chiesto una provvisionale di oltre un milione, ha detto tra l'altro che i genitori avevano chiesto di costituirsi parte civile "per aiutare il figlio a non essere punito". A quel punto Scagni si è alzato in piedi urlando che loro non avevano "mai chiesto l'assoluzione ma una giusta pena".
Il presidente della corte Massimo Cusatti lo ha prima richiamato per riportarlo alla calma e poi lo ha fatto allontanare dall'aula. L'avvocato Vernazza ha poi proseguito dicendo che Scagni è perfettamente in grado di intendere e volere e che "l'epilessia (di cui Alberto soffre da quando era bambino), non può essere curata con le canne e con il vino bianco prodotto e fornito dal genitore". L'imputato ha allora deciso di parlare per puntualizzare che "la cannabis viene usata a fini terapeutici per la cura dell'epilessia" e che il padre "produce vino rosso e non bianco". Il processo è stato rinviato al 28 ottobre quando parlerà la difesa. Il giorno dopo ci saranno le eventuali repliche e, con ogni probabilità, la sentenza. Il pubblico ministero ha spiegato che sussistono tutte le aggravanti contestate. "Scagni è stato almeno due ore sotto la casa della sorella e aveva tutto il tempo di desistere. È andato con il coltello nascosto in un sacchetto e l'ha colpita con violenza e grande forza" ha detto nel corso della requisitoria.
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