Genova, emergenza rifiuti, consumatori: Amiu non può più rimanere senza un impianto di fine ciclo
di steris
La richiesta: acquisire subito un partner industriale per realizzarlo, producendo energia e risparmiando sulla Tari
Il caos rifiuti che sta colpendo Genova in questi giorni riaccende la polemica sulla mancanza di un impianto di fine ciclo. Le associazioni dei consumatori liguri – Assoutenti, Adiconsum, Adoc, Codacons, Federconsumatori e Lega Consumatori – denunciano pubblicamente le responsabilità di AMIU e dell’amministrazione comunale, puntando il dito contro l’assenza cronica di una soluzione strutturale alla gestione dei rifiuti.
A far esplodere la protesta è stata la comunicazione ufficiale di AMIU, che nei giorni scorsi ha avvisato i cittadini delle difficoltà nella raccolta a causa della chiusura temporanea degli impianti di conferimento. Una giustificazione che le associazioni giudicano inaccettabile e in violazione degli impegni sottoscritti nel “Patto per i consumatori”, firmato dalla sindaca Silvia Salis e da molti consiglieri comunali. "Nel patto – ricordano le associazioni – era previsto un piano industriale che completasse il ciclo dei rifiuti in house, con la realizzazione di un impianto capace di produrre energia tramite pirolisi e trattamento termico. Questo impegno è stato completamente disatteso".
La richiesta: subito un partner industriale, a partire da IREN - Le sigle dei consumatori chiedono un intervento urgente e concreto: «È indispensabile avviare immediatamente la ricerca di un partner industriale per realizzare un impianto di trattamento finale dei rifiuti», affermano in una nota congiunta. La proposta concreta? Partire da IREN, multiutility partecipata anche dal Comune di Genova e con una consolidata esperienza nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti.
Secondo le associazioni, i cittadini genovesi stanno pagando da oltre 15 anni l’assenza di un impianto e oggi si trovano a subire un doppio danno: un servizio inefficiente e una Tari tra le più alte d’Italia. "Non è più tollerabile questa attesa infinita – denunciano –. Senza un impianto di fine ciclo, AMIU rimane strutturalmente vulnerabile e il Comune non può continuare a ignorare questa realtà".
Un'emergenza che poteva essere evitata - Il recente blocco temporaneo degli impianti, che ha causato accumuli di rifiuti in varie zone della città, non è solo un imprevisto tecnico, ma per i consumatori è la spia di un sistema al collasso, figlio di scelte politiche rimandate per troppo tempo. "Il tempo delle scuse è finito – concludono le associazioni –. Genova ha bisogno ora di una strategia chiara, di investimenti certi e soprattutto di un impianto che consenta di chiudere il ciclo dei rifiuti senza dipendere da strutture esterne".
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