Genova e Savona, operatori sanitari e sociosanitari in piazza contro l'obbligo vaccinale

di Marco Innocenti

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Mattarocci (Cub): "Diciamo anche basta alla demolizione della sanità pubblica. Servono assunzioni e via il numero chiuso a medicina"

Genova e Savona, operatori sanitari e sociosanitari in piazza contro l'obbligo vaccinale

Sono scesi in piazza anche in Liguria, a Genova e a Savona, gli operatori sanitari e socio-sanitari, per lo sciopero nazionale indetto da Cub. "Chiediamo l'abrogazione del decreto su quello che viene chiamato l'obbligo vaccinale che noi riteniamo sia in realtà un ricatto e non un obbligo perché realisticamente i lavoratori potrebbero in teoria rifiutarsi - spiega Eraldo Mattarocci di Cub Sanità Genova - ma a fronte di un rifiuto c'è una sospensione senza alcun tipo di indennità. Noi riteniamo che i lavoratori debbano avere diritto di scelta sulla loro vita e la loro salute senza essere condizionati da ricatti occupazionali".

"L'altro aspetto è più generale che ci ha portato a questa situazione che è la demolizione del Servizio Sanitario nazionale, che dipende da scelte che sono state fatte negli anni, con una politica tesa a privilegiare il privato rispetto al pubblico. Ormai poco più del 50% della sanità è pubblico, tutto il resto è privato. Noi riteniamo che la sanità debba essere a disposizione di tutti e non solo di chi ha i soldi. Siamo poi per l'assunzione di lavoratori, per togliere il numero chiuso dall'università di medicina, perché mancano medici preparati. Siamo per potenziare la sanità ppubblica, perchè la sanità, assieme alla scuola e ai trasporti, è indice della civiltà di un paese".